Tutta colpa della Signora Suicidi. Senza la Juventus che aveva messo a posto le cose, subito o quasi, nell'ultimo quadriennio, la classifica diventa un mercato aperto a tutti e a tutte le ore. Tra la prima e la dodicesima ballano soltanto 8 punti e la prima è la Roma e la dodicesima è proprio la Juventus, dunque le due squadre che avevano chiuso i conti, la stagione scorsa, al primo e secondo posto. Serie A senza padroni assoluti ma con molti che prenotano una poltrona in prima fila, la Roma contropiedista innanzitutto, prima imbolsita e quasi zemaniana ma poi rinvigorita e con la testa al dopo Totti, cosa che ha dell'epocale e drammatico per la capitale, mentre la Fiorentina ritorna a essere un diminutivo, le prende in Europa e in Italia, sembrava poter finalmente crescere ma vive dell'eccessiva prudenza del suo allenatore che nel duello contro i romanisti è partito con una sola punta e ha finito con tre.
L'Inter? E' la solita di sempre e di mai, cambiando ,eccome, l'ordine e il cognome dei calciatori, il prodotto resta uguale, diceva Totò che «la somma non fa il totale» e mi sembra che la frase paradossale sia perfetta per Mancini e il suo parco giochi. Il quale Mancini sostiene di essere nel giusto perché la squadra, rispetto al passato, lotta per il titolo. Il problema, in verità, non è questo. Basterebbe un sondaggio tra i tifosi nerazzurri con la seguente domanda: «Vi piace il gioco dell'Inter?». E le ultime notizie di radio Appiano riferiscono che Biabiany possa essere l'uomo della svolta, allora come siamo messi?
Resta in piedi la candidatura del Napoli che, finalmente, crede molto in se stesso, puntando sul presente e non più sul passato nostalgico di Maradona di cui non si scioglierà più il sangue. Il suo argentino contemporaneo è un fenomeno vero e, per gusto sadico, segnalo che, mentre il nostro commissario tecnico Antonio Conte deve scegliere tra Zaza Pellé e Gabbiadini, il suo collega argentino, Tata Martino, se la spassa nell'harem tra Higuain, Messi, Di Maria, Dybala, Lavezzi, Aguero, Tevez ( a pieno organico).
Il Napoli le ha suonate a quasi tutte tra queste la titolare dello scudetto e qualcuno ritiene che la dodicesima della comitiva possa spiazzare tutti tornando a essere Signora Omicidi.
Molto dipende e dipenderà da Allegri e dalle sue scelte (fuori Asamoah e Pereyra per 20 e 40 giorni), sull'argomento Dybala meglio non infierire contro l'allenatore livornese che altrimenti si ripresenta in sala stampa dicendo «ora parlo io». Ma gli ricordo che un campione non ha età e se Dybala a 21 anni ha bisogno di crescere per giocare in una grande squadra allora sappia che Enrique Omar Sivori, assunto da Umberto Agnelli, padre di Andrea, aveva 21 anni quando esordì nella Juventus.
Ritorno a quelle che sembrano dettar legge: Napoli e Roma, il giubileo ha il profumo dell'incenso di queste due squadre ma la classifica si presta a mille chiacchiere e non tutte da bar.
Anche Squinzi si era sbilanciato pronunciando la parola scudetto per il Sassuolo, anche Lotito aspetta il derby per purgare la Roma e, a proposito di sfide cittadine, sabato prossimo c'è quella di Torino con trappole perfide, mentre l'Inter ospiterà la Roma alla prova finestra per entrambe.
Senza sapere quello che sta per accadere nel turno di metà settimana che potrebbe mischiare nuovamente il mazzo di carte. Sembra un film che cambi protagonista ad ogni scena. E non mi sembra davvero un gran film, con grandi attori e grandi registi. Visto che si celebra Fantozzi, allora "fàccino pure" e "vadino" avanti così.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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