Una Serie A troppo pigra: svegliamola col boxing day

La pigrizia della serie A, nel riprendere il cammino, è la miglior garanzia di successo per la serie B

Una Serie A troppo pigra: svegliamola col boxing day

La pigrizia della serie A, nel riprendere il cammino, è la miglior garanzia di successo per la serie B. Dicono i numeri (leggi spettatori e audience tv) che il boxing day, tanto tradizionale altrove e tanto poco ben accetto da noi, abbia funzionato. Cinquantamila spettatori per Bari-Genoa fanno girare la ruota del pavone di chi crede nelle partite nel giorno di Santo Stefano. Quest'anno la serie B racconta di grandi città e di stadi da serie A: Cagliari e Palermo, Parma e Bari, il Genoa tira, Brescia, Perugia e Venezia sono ben attrezzate. Se la squadra fila, il tifo risponde. Fra l'altro, il mondiale con il lungo intervallo ha probabilmente invogliato il pubblico della B a dedicarsi al pallone di casa nostra. Ecco: la prolungata, e poco comprensibile visti gli altri campionati, vacanza della serie A ha permesso di pesare la voglia di calcio e ci riporta all'occasione mancata. Era l'anno per riprovarci con il boxing day. Il mondiale ha regalato calcio attraverso la Tv, ma senza trascinare tifo nostro, passione, non ha animato quel rapporto che si instaura fra club, giocatori, tifosi durante la stagione.

Dice la logica imprenditoriale che, forse, valeva la pena ridurre le vacanze dei calciatori e provare a riproporsi nel giorno di Santo Stefano. I giocatori hanno bisogno di tirare il fiato, trovare soluzioni ad infortuni quest'anno piuttosto numerosi, però i lauti stipendi hanno bisogno di essere irrorati da incassi sostanziosi.

Se la serie B ha mostrato la strada, ancora una volta la serie A non ha mostrato di cercare una strada che non fosse quella di floride sponsorizzazioni e dei ricavi tv. Televisioni che sarebbero soddisfatte di ingozzarci di partite mentre ci ingozziamo di panettone.

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