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"Serviranno 11 Ringhio per fermare Leo"

Intervista all'ex ds di MIlan e Barcellona: "Conosco entrambi: portai io Rino al Milan. Messi non lascerà mai i blaugrana"

"Serviranno 11 Ringhio per fermare Leo"

Messi nel regno di Diego. «Leo è l'unico al mondo che cambia da solo il volto delle squadre in cui gioca. Meglio di Maradona? Difficile paragonarli. Il calcio è cambiato negli anni, ma sono i campionissimi delle rispettive epoche». Parola di Ariedo Braida, fino allo scorso agosto dirigente del Barcellona. Oggi i catalani saranno di scena a Napoli per l'andata degli ottavi di Champions League. Il risultato non è affatto scontato per l'ex ds del Milan: «In trasferta il Barça spesso fa fatica. L'effetto San Paolo può spingere gli azzurri, che con Gattuso in panchina sono più disciplinati. Lo conosco bene, visto che nel 1999 lo portai al Milan dalla Salernitana: è un trascinatore. Servono 11 Gattuso stasera. Se il Napoli giocherà compatto e con la personalità di Rino, in casa può fare risultato. Messi permettendo».

Come si ferma l'argentino?

«Bisogna sperare che non giochi (ride). Leo, quando tocca la palla, è magico: può inventarsi il gol in qualunque istante. Se il Barça viene però pressato alto e aggredito, può andare in difficoltà».

In estate Messi dirà addio al Barça?

«Credo di no. È legatissimo alla città, ormai è catalano d'adozione. Per la gente è un'istituzione, più del sindaco. Tifosi e compagni lo amano: non ci sono motivi per andare via».

Se resta, farà coppia con Lautaro?

«Cercano una punta e vogliono Martinez: per caratteristiche sarebbe perfetto. Quest'anno ha avuto una crescita incredibile: l'ho visto 2-3 volte a San Siro e mi ha impressionato. Ha le stimmate da Barça».

Il sostituto all'Inter potrebbe essere una sua vecchia conoscenza: Aubameyang che lei portò al Milan da ragazzino.

«Fossi nell'Inter lo prenderei subito. Parliamo di un grande goleador dotato di una velocità fuori dal comune. Per caratteristiche si integrerebbe bene con Lukaku, che resta il calciatore più determinante nel gioco interista».

La Juve è la favorita per lo scudetto?

«Sì, anche se non gioca benissimo. Ha però tanti campioni che risolvono le gare con una giocata. Mi aspettavo di più da Sarri, ma è vittima di critiche eccessive...».

Un ds che le piace?

«Tare. Alla Lazio ha fatto cose straordinarie, pescando ottimi giocatori a prezzi contenuti. Con Inzaghi ha costruito una squadra da scudetto».

E il Milan?

«È alla ricerca di un'identità. Aveva iniziato puntando sui giovani poi sono ricorsi a un 38enne come Ibra per rilanciarsi. Zlatan fa la differenza, perché è un campione. Gli auguro di giocare fino a 40 anni: la carta d'identità non conta, servono i giocatori bravi per vincere. Il futuro? È un periodo difficile ma torneranno grandi. La storia non si cancella».

Nel mercato sarà l'estate dei grandi ritorni: Pogba-Juve e Thiago Silva-Milan?

«Li conosco bene. Pogba volevo portarlo al Barça, ma poi lo United ha fatto un'offerta incredibile. Thiago Silva l'ho scovato in Brasile quando era sconosciuto: lo cercava solo il Villarreal. Dovessero tornare, alzerebbero il livello della Serie A.

Dall'arrivo di CR7 stiamo tornando a essere un torneo di prima fascia».

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