Brasile 2014

Si sveglia Higuain e Argentina in semifinale 1-0 al Belgio

Vince e convince l'Argentina. Sudamericani in semifinale grazie ad un redivivo Higuain, fondamentale ben oltre la rete

Si sveglia Higuain e Argentina in semifinale 1-0 al Belgio

Una sfida, quella tra Belgio e Argentina che annovera solo 4 precedenti e, ciò nonostante, tranne una amichevole, tutti sempre per una posta in gioco fondamentale.

Il primo confronto ebbe luogo addirittura il 2 Giugno del 1928, in occasioni delle Olimpiadi ad Amsterdam quando la squadra sud-americana, nella quale si esibivano i futuri Campioni del Mondo azzurri Monti e “Mumo” Orsi, e che verrà sconfitta nel replay in finale dall'Uruguay, si impose per 6-3 nei quarti del torneo. Per assistere ad un nuovo confronto occorre attendere ben 54 anni, quando ai Mondiali di Spagna ad imporsi furono i Diavoli Rossi, che ebbero la meglio sui Campioni del Mondo in carica nella partita inaugurale per una rete a zero, merito del goal al 62' Vandenbergh. Match che, oltre ad aprire la rassegna spagnola, vide l'esordio mondiale di un "10" argentino che avrebbe fatto la storia dell'Albiceleste, ossia Diego Armando Maradona. Maradona che si prese la sua rivincita, solo 4 anni dopo, quando in semifinale, reduce dalla discussa doppietta all'Inghilterra, ne siglò anche una al Belgio, per il 2-0 finale che permise alla squadra sudamericana di arrivare in finale.

Partita di importanza capitale anche oggi con le squadre che arrivano a questi quarti con due cammini identici nei risultati e nei giudizi. Girone vinto con tre vittorie ciascuna e una differenza reti di +3 per entrambe, poi un ottavo risolto di misura solo al termine di due tempi supplementari di pura tensione. Squadre sempre vincenti ed ugualmente oggetto di critiche. Da un lato Sabella sul banco degli imputati per uno spogliatoio che sembra più gestito da Messi che non dal selezionatore argentino, con la Pulce, dopo la gara d'esordio, ad aver invocato, tramite i giornalisti, uno schieramento più offensivo. Un gioco, infine, per l'Albiceleste non eccezionale; come non eccezionale è stato quello mostrato dal Belgio. Gli uomini di Wilmots, sotto inizialmente nell'incontro con l'Algeria, hanno avuto la meglio nella seconda gara contrapposti ad una Russia di Capello migliore sul campo, per poi concludere in maniera non scintillante contro la modesta Corea. Meglio, invece, nell'ottavo contro gli Usa, dove i Diavoli Rossi sono stati trascinati ai supplementari, unicamente dalla propria imprecisione e da un portiere americano in vena di miracoli.

Formazioni annunciate e non mancano le sorprese: se, ad esempio, nell'Argentina apparivano scontate le presenze di Basanta e Lavezzi in luogo degli indisponibili Rojo e Aguero, sorprende l'utilizzo al centro del pacchetto difensivo di De Michelis che rimpiazza il “napoletano” Fernandez. Fuori nel Belgio, a sorpresa, anche l'altro Napoletano, con Mertens fuori e Mirallas preferito al tornante partenopeo. Ancora solo panchina per il Gunner Vemaelen, con al centro gli esperti Kompany e Van Buyten e mediana ricca di qualità (e capelli) con il duo Witsel e Fellaini. Davanti un Origi, sorpresa di queste prime giornate, con il 19enne d'origine nigeriana bravo nel far tutto, tranne che nel segnare. Lukaku davanti sembra assicurare, se in giornata, ben altra pericolosità.

Si parte ed è più Argentina con Kompany, leader dentro e fuori del campo, chiamato subito agli straordinari. Equilibrio nel match che si spezza già al 7'. Assalto argentino, Zabaleta si sovrappone sulla sinistra, passaggio di Messi per l'incursione dell'esterno che deviato si trasforma in un assist involontario per Higuain che, sul rimbalzo della sfera, è prontissimo di prima a trovare il palo più lontano, battendo l'incolpevole Courtois. Belgio di nuovo sotto, come era avvenuto nel match d'esordio con l'Algeria. Nell'Argentina, invece, si sblocca “el Pepita” al tiro solo 3 volte nei precedenti match.
Vantaggio per gli uomini di Sabella e Belgio che fatica a riorganizzarsi. Il primo a provarci è De Bruyne, la cui conclusione finisce a lato. Ci prova anche Hazard, tenace nel guadagnare un corner, ma dal talento del Chelsea ci si attende ben altro. Ritmi dell'incontro che si abbassano a tutto vantaggio argentino. Gli uomini di Wilmots, mai in goal nella prima frazione sin qua, non riescono a cambiare l'inerzia del match e per assistere ad un'occasione occorre attendere l'ennesima conclusione dalla distanza. Corre il 25' quando De Bruyne riesce a scaldare i guantoni di Romero, sulla cui respinta non perfetta, in ritardo gli avanti Europei. Belgio che dovrebbe far gioco ma è l'Argentina a far paura in contropiede. Due le azioni in rapida successione con protagonisti Messi e Di Maria, sempre interrotte da un decisivo Kompany. In occasione dell'ultima azione infortunio per Di Maria che, dopo alcuni minuti, è costretto alla resa. Dentro al suo posto il centrocampista del Benfica Enzo Perez.
Diavoli Rossi sempre spuntati e le azioni le crea il solito Messi, fermato al limite da Fellaini. Sul pallone il talento del Barcellona la cui battuta si spegna di poco a lato del sette di un Courtois comunque attento. Fine tempo e finalmente si fa vedere il Belgio. Cross di Vertonghen sulla sinistra, sul quale si avvita Mirallas, la cui conclusione lambisce il palo.

Argentina meritatamente in vantaggio, con gli uomini di Sabella oggi totalmente convincenti sul piano del gioco e della personalità. Non moltissime le occasioni da rete dell'Albiceleste che, però, ha sempre dato l'impressione di controllare il match, non lasciando mai gli avversari sostanzialmente arrivare alla conclusione. Belgio assolutamente deludente, con l'ennesima formazione iniziale di Wilmots assolutamente discutibile. Mertens davanti potrebbe dar altra vivacità allo statico gioco dei Diavoli Rossi.

Squadre in campo e Wilmots coerentemente ripropone un undici assolutamente sterile per i primi 45 minuti. Non sorprende, così, che invece del Belgio si assista ad uno show argentino. Al 51' su corner corto ed Higuain a prendere palla entrare in area e battere a rete, con la sua conclusione, deviata da Van Buyten, a sfiorare il palo di pochissimo. Un minuto calcio piazzato di Messi e il suo traversone costringe Curtois all'uscita
54' ed un incontenibile Higuain, dopo un tunnel a Kompany, si presenta da solo davanti a Courtois, bravo nel non cadere giù subito, con il Napoletano che cerca il goal di potenza, con il pallone che centra la traversa.
Belgio che, in grande difficoltà, fa entrae Lukaku, fondamentale contro gli Usa, al posto di un evanescente Origi e Mertens per Mirallas. Un giro di lancette e su ennesimo traversone di Vertonghen, uno dei migliori nella spedizione belga, è Fellaini a trovare il terzo tempo e concludere di testa di poco alto. Minuto seguente e azione belga fermata per fuorigioco, squadra di Wilmots che, però, con i nuovi cambi appare ben più pericolosa anche se l'atteso Hazard buca l'ennesima chance. Per essere pericolosi i Diavoli Rossi, al 75'. devono fare affidamento sulal collaborazione di Romero completamente a farfalle sul cross di De Bruyne, nessun Belga, però, ne approfitta. Nel frattempo altri due cambi con Palacio a prendere il posto di Lavezzi e Chadili ultimo cambio di Wilmots per il triste fantasma di Hazard. 81' ed esce anche Higuain, standing ovation per il Napoletano sostituito da Gago.
Belgio che la gioca sui palloni alti, ed è un costante scontro ad alta quota tra Lukaku e Garay. Palloni lanciati in area sudamericana, ma l'unica occasione da rete ce l'ha e la spreca ancora Messi, con la Pulce nell'uno contro uno con l'estremo belga ipnotizzato da Courtois. Capovolgimento di fronte e questa volta è Lukaku a fuggire dal suo marcatore, centrare indietro per l'intervento salvifico di Garay, palla fuori e Witsel spara alto, per l'ultima occasione belga, ma è giusto così.

Argentina, salvo sorprese clamorose (comunque non nelle semifinaliste sinora, con tutte le favorite regolarmente approdate in fondo), attesa da un'Olanda in un match che promette spettacolo e grandi giocate. Squadra di Sabella, come accaduto in parte al Brasile, finalmente in palla e forte di una personalità ed un'identità di squadra ben maggiore rispetto alle prime uscite. Fondamentale sarà comprendere l'entità dell'infortunio di Di Maria per un undici che, comunque, ha ritrovato Higuain e davanti, in questo Mondiale, ha ben pochi rivali.


Belgio deludente, con tanti talenti ai quali serve un pizzico di esperienza in più e con un allenatore che, a differenza di quelli di Algeria, Costa Rica e Nigeria, la differenza sembra averla fatta si, ma in negativo.

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