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La Signora fa il compitino. Mandzukic mette la quinta

Prima gara senza gol di Dybala: ci pensa il croato. Ma che fatica: Higuain crisi aperta, brilla Bentancur

La Signora fa il compitino. Mandzukic mette la quinta

Torino - L’attesa per il gol di Gonzalo Higuain il centravanti con la licenza doppio zero un po’ appannata, produce invece la testata di Mario Mandzukic che apre in due una partita in cui la Fiorentina intasa ogni spazio. E così la Juventus mantiene la testa della classica insieme con il Napoli che, come da previsioni, si conferma il più accreditato sfidante al trono di Madama. Una Juventus capace di stringere i denti, di soffrire fino all’ultimo minuto, anche con l’uomo in più, tra l’opposizione della squadra di Stefano Pioli, tra la giornata non sfarzosa del suo Harry Potter con il calzettone lento, Paulo Dybala, tra la tostaggine di un avversario deciso a non mollare nulla, tra l’emergenza (dettata dall’infermeria) e la necessità (dettata dalla stagione compressa del Mondiale) che porta Max Allegri ad optare per alcune scelte particolari di formazione, come quella di Sturaro terzino destro. Questa, però, non è una novità ma il perseguimento di una vecchia idea già provata in anni precedenti. C’è il promettente Bentancur, che non sbaglia un pallone, a centrocampo insieme con Matuidi, bella prova. È una Juventus a trazione anteriore, perché davanti schiera i pezzi grossi della stagione 2016-2017, da Cuadrado a Higuain, diventato un caso in questo calcio che divora tutto in poche ore. Però è una Juventus che non riesce a dare la spinta necessaria a scardinare il risultato.

La Fiorentina è quella che Stefano Pioli sta cercando di formare per un nuovo ciclo dopo la diaspora di questa estate. Non ha nulla da perdere, la rifondata Viola e quindi affronta Madama con solidità, attenzione e anche un certo grado di rudezza. Se ha timori referenziali, schierata com'è a specchio, non dà modo di farli riconoscere, e lo dimostra il giovane Simeone impensierendo, da solo, la retroguardia bianconera e costringendo Barzagli a un intervento da ammonizione. L’aiuta l’atteggiamento della Juventus, acerbo nella costruzione delle azioni collettive, velleitario nelle iniziative individuali. La Fiorentina si difende in modo ordinato, affolla l’area di rigore quando la Juventus monta l’assedio, impedisce la correttezza dei passaggi, imbottiglia, con un pressing feroce e il raddoppio delle marcature, l’unica strada percorribile dalla Juve per arrivare al gol, il colpo di genio.

Dybala non è in serata di grazia, lo marcato stretto, Higuain arranca come gli succede spesso in questo avvio di campionato. Nel primo tempo nemmeno una punizione in zona pericolo (per gli altri) ottiene i risultati sperati dal sinistro di Dybala. Così, dopo quarantasei minuti, non c’è traccia di occasioni memorabili né di straordinarie parate dei portieri. Siamo vicini allo zero assoluto. Ma nel secondo tempo, ripreso con la stessa fiacchezza, si verifica la fiammata improvvisa, non annunciata, l’unica che poteva andare oltre l’apatia generalizzata. Cuadrado finalmente azzecca un cross maligno e ficcante che taglia la difesa della Fiorentina e permette a Mandzukic di segnare. A questo punto la Var toglie un rigore alla Juventus che Doveri aveva fischiato per uno sgambetto di Badelj a Matuidi al limite dell’area. Il fallo è fuori, ma merita almeno un giallo e il centrocampista, alla seconda ammonizione, lascia in dieci la Fiorentina. A questo punto la Juventus potrebbe dilagare. Gaspar si oppone sulla linea a Mandzukic, Sportiello respinge una sassata di Cuadrado. Ma anche in undici contro dieci la Juventus sbuffa. Ma resiste. Grossi pericoli non ne corre.

Ma quanta fatica.

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