Un'ora sul campo il Bayern, intervallo, poi mezz'ora al chiuso di Guardiola. Il tecnico ha presentato il suo personalissimo show con una premessa: «La qualificazione è aperta».Intendeva il passaggio ai quarti, se sia stato solo cortese o scaramantico, oppure ironico, ce lo dirà il ritorno all'Allianz Arena. Intanto il prossimo manager del Manchester City ha fatto sapere come l'ha vista: «Ho sempre sognato di venire a Torino e giocare una partita così. Onestamente non pensavamo di venire qui e vincere 7-0, però abbiamo fatto una prestazione fantastica». Poi ha spiegato perché il suo secondo sogno non si è realizzato: «Hanno avuto tre occasioni e hanno segnato due gol. Mi dite che siamo calati? A me non sembra, Ribery nel finale ha fatto quattro o cinque cross... Non è che voi italiani siete fissati con questa storia della condizione fisica...? Sono tutte caz...».
Pep si gonfia e riceve consensi, quasi il 90 per cento di passaggi riusciti su 672, contro i 330 della Juventus ridotta per un'ora a livello degli sparring partner che i bavaresi incontrano in Bundesliga. Proprio il Darmstadt, accusato di aver cercato palesemente l'ammonizione di sei suoi giocatori, di cui cinque diffidati nell'immediata vigilia della gara con il Bayern, si è sfogato con un messaggio beffardo: «Noi contro il Bayern alla fine del primo tempo eravamo in vantaggio». Tutto addirittura sul profilo ufficiale del club. La Bild ha parlato di trionfo, le facce di Lewandowski, Muller e Robben a fine gara erano soddisfatte, grande ottimismo, allo Stadium non si era mai vista una superiorità degli avversari così palese.Ma qui inizia la seconda parte del libro, il ritorno del 16 marzo. Sta girando un hashtag, Allegri twitta #iocicredo! E un mucchio di juventini sono d'accordo con lui, suffragati da una parte nostalgica. Questa è una Juve grandi rimonte, quella in chiave serie A con le quindici vittorie consecutive che l'hanno portata in cima al campionato e quella di martedì sera allo Stadium proprio sul Bayern, altrettanto miracolosa.
E un'altra più sobria, il rilievo sui precedenti in Champions della Signora dopo aver pareggiato l'andata in casa con almeno un gol. Il 4 marzo 1998 Juventus-Dinamo Kiev 1-1, era un quarto, al ritorno 4-1 con tripletta di Inzaghi e gol di Del Piero. Il 9 aprile 2003, sempre un quarto, 1-1 con il Barcellona, al Nou Camp 2-1 per la Juve con Nedved e Zalayeta. Infine nel preliminare del 2004-05, 2-2 a Torino con il Djurgarden e 4-1 al ritorno in Svezia, doppietta di Trezeguet, poi Del Piero e Nedved. Non è finita, l'impresa che attende la Juventus è già riuscita al Milan nella Champions 2007-08, partendo proprio da un 2-2 a San Siro, poi all'Allianz Arena le reti di Seedorf e Inzaghi promuovono il Milan in semifinale. Di più: l'Inter di Leonardo perde 1-0 a San Siro, poi passa ai quarti con un 3-2 storico di Pandev a Monaco negli ultimi minuti. Tutto scritto nel libro del calcio come le tre gare interne dei bavaresi in questo girone, solo rasoiate: 5-0 alla Dinamo Zagabria, 5-1 all'Arsenal, 4-0 all'Olympiakos.
Brodo per conigli? Sì, come tutte le statistiche e i precedenti, ma se servono a spiegare come le squadre italiane spesso abbiano mandato all'aria i sogni dei panzer, ricordarlo è un piacere. Dybala ha sintetizzato la faccenda: «Il Bayern è una squadra che ti porta dentro l'area. E poi ti segna». La qualificazione è aperta, l'ha detto Guardiola.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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