La Signora riporta la Dea sulla terra

Semifinale C. Italia: gol di Higuain. Buffon al rientro para un rigore e salva allo scadere

La Signora riporta la Dea sulla terra

Davide Pisoni

nostro inviato a Bergamo

La Signora fa un passo verso la finale di coppa Italia a braccetto della sua coppia. Il gol di Higuain e le parate di Buffon condannano l'Atalanta nella semifinale di andata a Bergamo. Al ritorno a Torino servirà l'impresa a Gasperini che si deve inchinare a due campioni. Il Gigi di ieri sera è un manifesto per i bambini che sognano di fare i calciatori. Il portiere domenica ha spento quaranta candeline e due giorni dopo torna in campo mettendo fine a un'assenza di due mesi. Non giocava in coppa Italia da cinque anni, ma ieri sera ha ricordato a tutti chi è parando il rigore al Papu Gomez assegnato con il Var per un tocco con il braccio di Benatia. Il capitano della Juventus ha proprio un conto in sospeso con la tecnologia, anche criticata duramente, che aveva parato pure il primo rigore concesso in campionato con l'ausilio delle immagini. Buffon torna così per ribaltare la domanda agli scettici che lo invitano al ritiro: «Perché dovrei smettere?». Ripetuta con una prodezza nel finale su Hateboer . Il dubbio amletico se lo porterà avanti per qualche mese, proverà a scioglierlo con il presidente Andrea Agnelli, certo che serate come quelle di ieri indirizzano la scelta. Un tuffo alla sua sinistra per bloccare il tiraccio di Gomez. Mancava da due mesi, tradito da un polpaccio dopo la sfida vinta a Napoli. A decidere allora fu Higuain, che poi non aveva più segnato, quasi sentisse la mancanza dell'amico. È bastato che Buffon tornasse in panchina con il Chievo per sbloccarsi, mentre ieri Gonzalo ha impiegato tre minuti per sbloccare la partita contro l'Atalanta, un gol festeggiato con un cenno di intesa verso Allegri, dopo le scintille di Verona: dribbling a rientrare e destro imparabile. Marchio di fabbrica del Pipita. E se Gigi è un manifesto per i bambini, il Pipita è sempre più il trascinatore dei bianconeri. Il feeling tra i due è dichiarato, un'intesa tra campioni.

Si vince con quelli, ma anche con la fame. Quella che non manca mai alla Signora in giallo: nella nebbia di Bergamo per lunghi tratti si vedono solo Pjanic e compagni. Affamati aggrediscono la partita, ma è alla lettura delle formazioni che si capiscono molte cose. Al netto degli infortunati doc (Dybala e Cuadrado, quest'ultimo operato ieri per la pubalgia) Allegri schiera di fatto la Juventus titolare, quella che con ogni probabilità dovrebbe affrontare il Tottenham nell'andata degli ottavi di Champions League, a meno di un recupero in extremis della Joya. Invece Gasperini finisce per fare più turnover rinunciando inizialmente a Caldara, Ilicic e Petagna. Eppure l'Atalanta si gioca un'occasione storica, ma deve fare i conti con una Signora che per vocazione vuole sempre vincere. E anche più in palla rispetto alle ultime esibizioni contro Genoa e Chievo. Assolto praticamente subito il compito di segnare in trasferta assegnato da Allegri, hanno controllato la gara senza rischiare, esclusa la parentesi del rigore. L'Atalanta non si scuote neanche nella ripresa giocata attaccando verso la propria curva, che di solito in casa è come una calamita che attrae all'attacco i nerazzurri di Bergamo.

Gasp prova anche a confondere la Signora giocando senza punte, ma non è proprio la notte del Papu. È quella di Higuain e soprattutto Buffon che nel finale mura Hateboer. A una spenta Atalanta stavolta non riesce lo scherzo contro il Pipita e Gigi. L'alfa e l'omega della Signora.

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