Matteo Basile
L'arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus ha talmente fagocitato le attenzioni, tecniche e mediatiche, che in molti pensavano che di lui si potesse tranquillamente farne a meno. Molti altri credevano di poterlo relegare a un ruolo di panchinaro, utile per far respirare i titolari di tanto in tanto. Non la pensava così Max Allegri. E aveva ragione. Già perché Mario Mandzukic è semplicemente imprescindibile per i bianconeri. Ancora più del previsto perché capace come nessuno, anche più del fenomeno portoghese, di essere decisivo quando conta davvero. Il croato è andato in gol contro Lazio, Napoli, Milan, Inter e Roma contro le ultime quattro sempre di testa. Una sentenza, di un insostituibile già a quota 8 in campionato cui si aggiunge una rete in Champions.
Il leader assoluto in serie A per gol realizzati di testa è il cagliaritano Pavoletti con 5 centri, poi viene lui, il croato dalla faccia cattiva e dalla determinazione furiosa. Un bomber vero, senza fronzoli, efficacissimo ed estremamente utile. Che nell'ultima stagione si sta imponendo sulla scia dei grandi colpitori di testa della storia bianconera. Dal mitico e implacabile John Charles a Bettega fino ad Aldo Serena e David Trezeguet. Ma ci sono alcune caratteristiche che rendono il buon Mario praticamente unico nel panorama della nostra serie A.
Trovate un altro centravanti che fa a sportellate davanti, crea spazi e occasioni per i compagni, fa gol e magari dopo pochi secondi lo ritrovi nella sua area a colpire di testa o a chiudere un attaccante avversario per fare ripartire l'azione. Non basta? Andate a cercare un'occasione, una soltanto, in cui si sia macchiato di comportamenti poco professionali o in cui abbia creato una polemica di qualsiasi tipo. Lui è fatto così. Bocca chiusa e pedalare.
Con quel suo modo un po' burbero e poco avvezzo al sorriso che lo rende amato da chi lo conosce e dai suoi tifosi, odiato (forse solo perché temuto) dai tifosi avversari anche per quell'aurea da duro. Grande, grosso, faccia cattiva. Un'etichetta impossibile da non sfruttare.
E così il vice campione del Mondo è diventato addirittura una marchio, di sé stesso e della Juve. La campagna social #nogood, in cui si vede il buon Mario criticare qualsiasi comportamento che non sia esattamente irreprensibile è stato un colpo di genio. Bello, ma non decisivo come i suoi colpi di testa. Difficile capire se Mandzu sia davvero cattivo o sia piuttosto un buono che recita la sua parte. Fatto sta che della sua cattiveria agonistica in campo, quella sì indubbia, la Juventus non può davvero fare a meno. Lui è diventato decisivo, e con lui giocano meglio anche gli altri. Da Dybala a Cristiano Ronaldo, tutti traggono giovamento dal suo gioco con e senza palla, e dimostrano con lui un grande feeling.
E se il croato
continuerà ad essere così decisivo anche con i gol, soprattutto quando pesanti... Altro che CR7. Il vero uomo in più di questa Juventus da record sarà lui, quel croato grande e grosso dalla faccia burbera e dal gol facile.
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