Ma se in panchina ci fossero stati Stramaccioni o Mihajlovic, dove sarebbe l'Inter? Chissà quanti si saranno posti la domanda, seppur fugace, prima di darsi una risposta banale: Stramax ha già dato e s'è visto dov'è arrivato. Mihajlovic magari proverà l'anno prossimo, ma ha provato l'esperienza facendo da spalla a Mancini. Per tutti vale il detto di Trap, fin dai tempi di Pellegrini (pensate, non era ancora passato Moratti): «L'Inter è come una lavatrice che ti centrifuga».
Lavatrice italiana o indonesiana, la centrifuga non si blocca mai. Ed è perfino difficile individuare le cause: cambi squadre, allenatori, perfino presidenti ma l'ambiente bolle e l'Inter sbanda. Mancini e Mourinho sono stati le eccezioni in panca, pur slalomeggiando fra i rischi. Mancini ha vinto uno scudetto ed è stato cacciato, Mou è scappato prima che Moratti ci (ri)provasse: nel primo anno è andato molto vicino ai saluti.
Eppur oggi Stramax e Mihajlovic sono terzi in classifica e l'Inter sta dietro. Udinese e Samp, insieme, hanno subito lo stesso numero di gol (10 ovvero 6 e 4) subiti dall'Inter in poco beata solitudine. E il ruolino punti/partite di Mazzarri non è seducente: 1,56, vale a dire 72 punti in 46 incontri sulla panca nerazzurra. Tutto trama e tutto trema nel mondo interista. I due ex non potrebbero star meglio lontani da Milano. Stramaccioni ha trovato una realtà a misura delle sue capacità, la possibilità di allenare senza farsi divorare da giocatori e dal dietro le quinte. Mihajlovic ormai si è provato in diverse esperienze, è stato anche vicino alla panca dell'Inter quand'era a Firenze. Oggi è più pronto: la forza del carattere è la sua bacchetta magica, la buona conoscenza del calcio e degli uomini, il bagaglio che si porta dietro. Strama ieri è diventato papà di Giulio (auguri!), fiocco su fiocco in questo suo inizio di campionato. Mihajlovic domani presenterà la sua Samp a Milano e non hanno la faccia, lui e la squadra, di voler mollare terreno. Anzi, dopo la maldestra e volgare battuta del suo presidente sul filippino non è detto che il pubblico milanese non strizzi l'occhiolino: Thohir non sta convincendo tutti. E Mazzarri ancora meno. Il poveretto ieri si è preso due sberloni anche dal presidente del Cesena Lugaresi che, via radio, ha criticato duramente il gioco nerazzurro, l'atteggiamento della squadra e il lavoro del tecnico concludendo: «Se fossi un tifoso, sarei scontento. Se fossi il presidente sarei arrabbiato con Mazzarri. Da tanti piccoli dettagli si capisce come l'Inter sia male allenata». Ci mancava anche lui, non bastavano i fischi di casa e tutto quel malessere che ronza intorno all'allenatore tanto da indurre il tifo alla speranza di un cambio della panca.
Peso su peso, ieri si è aggiunto l'equivoco generato da strane dichiarazioni di Thohir, che poi sono state smentite. Dalla notte indonesiana è spuntata una dichiarazione nella quale il presidente concedeva ancora due partite di prova al tecnico (Samp e Parma). Nel mattino italiano si è, invece, materializzata la smentita secondo usi e toni più consoni. «In occasione del mio ultimo viaggio, ho già spiegato e ribadito più volte quanto creda nel lavoro di allenatore e squadra, in questo progetto. Lo ripeto anche ora. Ovvio che i risultati sono importanti, ma non siamo qui a contare le partite a nessuno, alcune mie parole evidentemente sono state mal interpretate. Sono tra l'altro molto contento del risultato di Cesena, la squadra ha giocato con determinazione e cuore». Come dire: tutto a posto e niente in ordine. Che Thohir voglia tener duro con Mazzarri è certificabile anche dalle chiacchiere in libertà tenute con i giornalisti. Ma le sparate di Moratti devono aver lasciato qualche segno anche nella sua insondabile corazza orientale. Thohir probabilmente guarda più lontano di questo campionato dove comunque vuole il posto Champions.
E guardando più in là (alla prossima stagione), studierà Mihajlovic e, chissà mai quel Mancini sorridente non lo abbia stuzzicato.Fuor dall'Inter sembrano tutti più bravi. Ma poi c'è l'Inter, disse un giorno Moratti. E mai fu più sincero. Perfin senza Moratti, poi c'è l'Inter.
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