La solita Formula Vettel Ora Schumi è a un passo

La solita Formula Vettel Ora Schumi è a un passo

Speriamo che l'era turbo arrivi presto e come una ventola impazzita spazzi via tutto questo scellerato non spettacolo figlio della forsennata voglia di creare spettacolo. Al giro 31, dopo che anche l'ultimo big aveva fatto il suo bravo pit stop, team, piloti, squadre, pubblico si sono messi bravi bravini ad attendere solo eventi imprevedibili che potessero dare uno scossone alla classifica. Eventi, incidenti a parte, tutti riconducibili solo all'incognita gomme: durano? Dureranno? Forse sì, forse no, forse nì. Fatto sta, è successo poco o niente perché nel dubbio nessuno ha osato più di tanto, nessuno ha spinto più di tanto, nessuno ha esagerato più di tanto ed è finita con la vittoria numero otto di fila di Vettel che ha superato Schumi a quota sette. Schumi che sente ora il fiato sul collo anche alla voce successi stagionali: ne ha collezionati 13 nel 2004, Seb è ora a 12. Sul traguardo di Austin, dietro il quattro volte campione del mondo, solo un grande Grosjean a fargli un poco di solletico e il compagno Webber a non fargli neppure quello. Quanto alla Ferrari, è finita come il team e Alonso avevano auspicato sabato sera, e cioè con l'asfalto più caldo del pomeriggio che ha in parte sdoganato le poche doti della F138 che nell'ultima fase della gara hanno aiutato Fernando ad acchiappare qualche punticino. Comunque robetta, 5° posto, tanto più pensando che i momenti clou sono stati i sorpassi alle Sauber motorizzate Ferrari prima di Gutierrez e poi e soprattutto di Hulkenberg, per due volte, l'ultimo, il più importante, nel giro finale, quando il tedescone aveva ripassato lo spagnolo in staccata. Fatto sta, complici Hamilton 4° e Rosberg 9° e Massa 13°, nei costruttori la Mercedes ha allungato ancora. Mica bello. E Alonso dirà: «Stargli davanti era un target ambizioso, ottimistico. Niente, andiamo in Brasile con lo stesso obiettivo, ma ci sono cose che non abbiamo capito... Per esempio facciamo fatica ad arrivare in Q3. La verità è che siamo andati ancora indietro e che abbiamo chiuso al quinto posto grazie a una bella gara e alla fortuna. Ma dobbiamo inventarci qualcosa perché così non basta... Dopodiché conterà solo il 2014, perché resetteremo tutto, perché si ripartirà da zero...».
Va dunque così in archivio il secondo dei tre Gran premi inutili. Resi inutili non solo dal mondiale già assegnato a Sebastian Vettel, ma da un Circus che ha ormai testa e pensieri al 2014 e alla rivoluzione turbo in arrivo. Unico aspetto positivo di questo penultimo appuntamento stagionale (gran finale, si fa per dire, fra sette giorni in Brasile) la bella pista americana e il bel pubblico americano. Che serva ad Ecclestone e compagnia per ricordare loro che i Gran premi devono essere così sia sugli spalti che lungo le curve del tracciato e non certe cose informi e tristi e vuote viste in Corea e luoghi simili? Chissà, intanto è bello augurarselo.
Per il resto un paio di note a margine. La prima. Eccetto per Massa e pochi altri andati su due soste, non si dica o si pensi che la gara texana sia stata noiosa per via del singolo pit stop scelto da quasi tutti. Lo è stata, perché lo è stata e molto, in quanto piloti e squadre hanno dovuto pensare a gestire le gomme medie prima e le hard poi senza sapere esattamente quanto potessero durare visto che per tutto il week end gli sbalzi della temperatura esterna avevano provocato parecchi sbalzi d'umore negli strateghi dato che non si capiva niente. A volte duravano, a volte no. Ma tant'è. Sul tema poco o nulla cambierà anche nel 2014. Questa è la F1 che ci meritiamo.

L'altra nota a margine non aiuta a tirare su il morale: Kovalainen sulla Lotus lasciata libera da Raikkonen è giunto 15°. Questo mentre Davide Valsecchi, teoricamente pilota di riserva del team, si dedicava al telegiornalismo. Dai, forza, ancora una gare e sarà tutto finito. Forse.

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