Solo Napoli e Sassuolo sono da "premio Champions"

Degli emiliani l'unica impresa, il resto è imbarazzante. Altro che quattro posti nella futura coppa

Solo Napoli e Sassuolo sono da "premio Champions"

Sei squadre, due vittorie, tre pareggi, una sconfitta. Questa è l'Italia di coppe, direi di bastoni. Dove vogliamo andare? L'Europa è un'altra cosa, toglie la maschera a presuntuosi e pronostici superficiali. Il futuro format della Champions ci premierà con quattro squadre di diritto in partenza. E' un privilegio per eredità ma ormai datata, antica, grazie al Milan e all'Inter che furono e alle ultime edizioni della Juventus. Il resto, la fotografia contemporanea, è polvere di stelle, Roma, Napoli, Fiorentina, Lazio, perse e disperse per strada, progetti naufragati nel giro di un paio di turni, soldi buttati al vento.

La sorpresa Sassuolo profuma di Leicester, tra l'altro Ranieri ha fatto subito il botto mentre lo Special one, come previsto, sembra aver esaurito il conto in banca, non gli bastano né Ibrahimovic, né Pogba.

Dunque il calcio italiano offre la propria modesta dimensione al continente, la vittoria del Napoli a Kiev non può esaltare più di tanto ma almeno vale punti tre, quella del Sassuolo è vera, sostanziosa davvero, contro un avversario, il Bilbao, che ha censo e cronaca importante nella Liga. Di Francesco non spaccia football, non esibisce chissà quali teorie, va al sodo e la sua squadra non corre soltanto ma gioca a football, pur priva di un elemento come Berardi.

Dalla Fiorentina non ci si può aspettare altro, continua ad annunciarsi senza mai presentarsi, ha un bel look ma è forma senza sostanza. La Roma vive stranezze di gioco, gente che è ormai sfinita o finita (Iturbe), altri che dovrebbero spiegare perché giochino in Italia e in serie A (Juan Jesus), Totti che è un parente scomodo alla porta di Spalletti, la proprietà bostoniana che pensa al nuovo stadio ma trascura la squadra. Il Napoli e Napoli non aspettano più che si sciolga il sangue di Higuain, Sarri è un lavoratore, non sopraffino ma di sostanza, se gli riesce il miracolo Milik allora occhio al Vesuvio. Infine la Juventus che dovrà chiarire con se stessa alcune cose, tattiche, Dybala finora non ha segnato un gol che sia uno, nelle quattro partite ufficiali.

Ma il problema non è soltanto italiano.

Non stanno meglio i capitalisti del calcio europeo, sta male il Manchester United battuto in Premier e battuto in Euroleague, non sta bene il Paris Saint Germain che, come la Juve, ha pareggiato in casa contro l'Arsenal e non sta meglio il Tottenham di Pochettino fatto a fette dal Monaco. Settembre è un mese trappola per le nazionali e i club, è il tempo di mezzo, è ancora presto per fare i conti ma può essere tardi per rinviarli.

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