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Spagna a casa tra applausi e rosicamento

Complimenti per la gara, ma Piqué: "Rigori da alternare, così vantaggio Italia"

Spagna a casa tra applausi e rosicamento

Ha un grande futuro la Nazionale spagnola, uscita a testa alta dall'Europeo ai rigori «dopo aver giocato meglio dell'Italia», come unanimemente ribadiscono i giornali locali, però intanto in finale dell'Europeo ci siamo noi. «Porca miseria!», si è rivista anche la stessa prima pagina del 1994 dopo l'eliminazione al Mondiale, stavolta sul quotidiano As e non su Marca.

Bravo Luis Enrique, comunque, che ha detto che per la finale tiferà gli Azzurri, bravo Pedri che non ha ancora 19 anni e con l'Italia non ha sbagliato neanche un passaggio, bravi tutti: l'unico che ha fatto un po' la figura del pollo è stato Jordi Alba, quando prima della lotteria dei rigori è stato quasi sbeffeggiato da Chiellini, al momento della scelta della porta e dell'ordine di tiro: abbracci, prese per i fondelli («Mentiroso!», cioè Bugiardo, gli ha detto il nostro capitano a un certo punto, chissà perché) e quel buffetto che forse ha spostato sulla Spagna tutta la pressione, mentre l'Italia era in apnea.

E se a noi il Chiello ha ricordato l'immortale personaggio di Calboni nella saga di Fantozzi, quel puccettone diventato parola di culto, la strizzata di guancia al povero ragioniere interpretato da Paolo Villaggio, alla Spagna perdere così, ai rigori, dopo aver (secondo loro) dominato non è andata proprio giù.

Di più, c'è anche chi ha contestato la stessa formula della lotteria dei penalty, con i tiri alternati per squadra. Gerard Piqué, per esempio, difensore del Barcellona ormai non più in Nazionale, subito dopo il gol decisivo di Jorginho: «Chi comincia per primo ha sempre un enorme vantaggio, va cambiato l'ordine da A-B-A-B a A-B-B-A, così si riequilibrerebbe tutto». Dimenticandosi forse che contro la Svizzera ai quarti la Spagna aveva cominciato lei a tirare, vincendo: così come nel 2008 contro l'Italia all'Europeo.

Ma lì Piqué non era intervenuto.

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