Lo spirito di Astori ha unito la Fiorentina che ora vola per lui

Quattro vittorie su quattro dal giorno della tragedia. E la squadra diventa una famiglia

Lo spirito di Astori ha unito la Fiorentina che ora vola per lui

Firenze - Una storia di calcio drammatica e dai risvolti incredibili. Quando tutti si aspettavano che il dolore piegasse la Fiorentina, è accaduto esattamente il contrario. Dal quel maledetto 4 marzo, domenica in cui il sonno si è portato via per sempre Davide Astori, i viola hanno vinto 4 partite consecutive. Il conto sale a cinque se aggiungiamo anche l'ultima gara del capitano (Fiorentina-Chievo 1-0).

Al di là delle considerazioni tattiche e tecniche, la squadra di Pioli sta esprimendo un bel gioco, c'è tanto di più, soprattutto di diverso. Ha poco senso in queste condizioni parlare di trequartisti, attaccanti esterni e di una difesa tornata ad essere di livello. Basta ripensare a cosa successe al Livorno del post Morosini o al Siviglia dopo la morte di Puerta. Il contraccolpo fu enorme. In questo caso si è verificato qualcosa che sfugge alle normali valutazioni.

Visti da fuori i viola offrono un'immagine di straordinaria compattezza, sono come un blocco di cemento armato contro il quale sono sbattuti Benevento, Torino, Crotone e Udinese. In campo prevale la vera solidarietà, il compagno in difficoltà se ne ritrova subito un paio accanto in grado di aiutarlo. L'angoscia per la morte di Davide ha appesantito il cuore dei giocatori, ma contestualmente ha reso tutto più leggero perché dal 4 marzo Firenze ha cessato di chiedere risultati alla Fiorentina. Come se il campionato fosse finito a Udine. Tutto ciò che sarebbe arrivato dopo non avrebbe goduto di grande importanza.

Tifosi, società e organi di informazione hanno compreso la complessità del momento, in città è nato un clima particolare, una sorta di accompagnamento ad uscire dal tunnel delle lacrime.

Diego e Andrea Della Valle sono stati molti vicini al gruppo viola e Pioli ha fatto il resto: il tecnico ha dimostrato ottime capacità nella gestione di un frangente doloroso nel quale sarebbe potuto crollare tutto.

Nel primo allenamento successivo alla disgrazia di Udine, ha preso la parola Badelj dentro lo spogliatoio. Il branco ha scelto lui come erede morale di Davide e il croato non si è fatto pregare: già in chiesa durante il funerale aveva pronunciato parole toccanti. Badelj e gli altri hanno deciso di andare avanti nel solco di quello che aveva lasciato Davide, leader carismatico della squadra. E' aumentata la voglia di stare tutti assieme, anche con le famiglie come nel giorno di Pasqua: al centro sportivo è stata organizzata una grigliata a due giorni dal recupero delle ventisettesima giornata. E' stato festeggiato anche il 64° compleanno di Antognoni. Una sorta di patto per aggredire un futuro così carico di incertezza. Nello spogliatoio Davide è presente con una grande foto sul suo armadietto, tutti dicono che è lì con loro.

I viola giocano come se il capitano si trovasse sul rettangolo di gioco. Si sentono in 12, sicuramente più forti di prima. Ci sono giocatori che hanno pescato nel serbatoio dell'anima una personalità che pensavano di non avere. Atri addirittura l'hanno riscoperta, come Saponara ad esempio.

La Fiorentina sembra emanare un'energia singolare, nessun ostacolo si mostra impossibile.

E' una storia diversa, da analizzare e da verificare in una nuova tappa: oggi all'Olimpico contro la Roma. Ma i viola non saranno soli, come al solito saluteranno il capitano che non c'è più.

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