Stavolta la Signora è REALmente molto preoccupata

La Juventus conta ancora su Llorente: "E io al Bernabeu segno". Buffon avverte: "Sono tra i migliori, la panchina mi peserebbe"

Stavolta la Signora è REALmente molto preoccupata

Torino - Per tirare su il morale di una truppa improvvisamente sconcertata, Fernando Llorente sfodera il sorrisone davanti ai microfoni della tv societaria e spiega che «mi piace l'idea di giocare contro una squadra spagnola. È sempre emozionante entrare in uno stadio come il Bernabeu: ci ho vinto una volta e in un paio di circostanze ho anche segnato». Bene, bravo, bis. O tris: purché domani, contro il Real Madrid, arrivi un gol che serva a qualcosa. Il fatto è che la Juventus ha vissuto a Firenze un vero incubo: beccare quattro reti in un quarto d'ora è impresa negativa che non sarà scordata da nessuno e che fa il paio con la rimonta subita contro il Toro il 27 marzo 1983.

C'è di più, in realtà. Perché se il problema fosse solo il ko contro la Viola, ci si passerebbe sopra (quasi) con un sorriso. Il fatto è che da più parti alberga la sensazione che la Signora di quest'anno non sia al livello delle ultime due: più monotona e meno creativa, certo meno concentrata e agonisticamente cattiva. Conte ha avvisato tutti più volte e adesso quasi si meraviglia della meraviglia altrui: «Se ragioniamo in modo normale, non andiamo da nessuna parte», è il succo del suo pensiero. Che fino a pochi giorni fa veniva nascosto da una classifica ottimale (sei vittorie e un pareggio) ma che si nutriva di match vinti in modo un po' stiracchiato. Adesso invece il re è nudo: per la prima volta nelle 107 panchine di Conte la Juve ha subito quattro gol in novanta minuti, con una classifica che conta tre punti in meno rispetto all'anno scorso e una difesa che ha incassato 10 gol invece di 4. Per una squadra che negli ultimi anni era abituata ad aggiornare record positivi, la musica suona strana così come pare fuori moda ricordare che la Juve, partendo da due gol di vantaggio, non perdeva dal 31 ottobre 2009: in casa contro il Napoli, da 2-0 a 2-3.

«Nessun alibi, è stata una partita paradossale - ha detto ieri Marotta durante la consegna del “Premio Fair Play Calcio e Tv” -. È un momento di stanchezza psicologica, ma tutto è ancora in gioco e nessuno va messo sul banco degli imputati. Sapevamo sarebbe stato un anno difficile, perché diverso è il valore dei nostri avversari». Lavorare sulla testa diventa fondamentale: «Siamo compressi dai tanti impegni, per questo è giusto che Conte detti le regole e dia motivazioni psicologiche. Ma risaliremo, anche se con i denti».

Dietro l'angolo, il Real Madrid: «Andiamo a giocarcela, da protagonisti - annuncia Marotta -. Si apre una pagina nuova, abbiamo professionisti sufficientemente scafati per affrontare un impegno del genere». «Non ci sentiamo inferiori», rilancia Llorente.

La Juve ci proverà, ovvio, chiedendogli magari un gol pesante e sperando di ritrovare proprio il miglior Buffon («anche nelle critiche ci vuole rispetto», la difesa di Marotta) che, intervistato dagli spagnoli di «As» e parlando di Iker in panchina ha detto chiaro e tondo: «Mi sento un portiere forte e tra i migliori in assoluto, quindi mi costerebbe molto accettare la panchina».

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