La strana fretta di Gravina sul pubblico negli stadi

Speriamo che si tratti soltanto di propaganda elettorale, ma leggere che il presidente della federcalcio Gabriele Gravina si augura di avere il pubblico negli stadi già in gennaio sembra proprio un'idea fuori luogo

La strana fretta di Gravina sul pubblico negli stadi

Speriamo che si tratti soltanto di propaganda elettorale, ma leggere che il presidente della federcalcio Gabriele Gravina si augura di avere il pubblico negli stadi già in gennaio sembra proprio un'idea fuori luogo. Nel momento in cui dovremo limitare gli accessi persino al pranzo di Natale e si fermano i voli dalla Gran Bretagna per scongiurare la nuova versione del Covid 19, il presidente uscente del pallone italiano si augura di rivedere quanto prima gli stadi pieni di pubblico, unica vera mancanza di questo campionato, «un'assenza che si vede e si sente». Già, peccato che tante volte è stata invece proprio questa presenza ad accelerare anche la diffusione del virus, a partire da Atalanta-Valencia di San Siro additata da molti esperti come uno dei volani della pandemia bergamasca, così come in Inghilterra si giocò un folle Liverpool-Atletico Madrid con Anfield Road pieno anche di tifosi colchoneros, mentre in Spagna infuriava già il contagio. E non dimentichiamoci che gli inglesi sono stati anche i primi a riaprire gli stadi qualche settimana fa, salvo poi dover chiudere velocemente non solo gli impianti ma anche tutto il Paese. D'altra parte, quello della federcalcio sembra un mondo a due velocità: da una parte il presidente invoca il ritorno del pubblico, dall'altra ci si scontra con situazioni come quella della Casertana, costretta a giocare dalle inflessibili normative Uefa-Figc nonostante il focolaio scoppiato in squadra, tanto da affrontare la Viterbese con nove soli calciatori, di cui due addirittura febbricitanti e positivi Ma forse la speranza di Gravina per gennaio è legata all'arrivo del vaccino: con un certo ottimismo il presidente spera che in poche settimane l'immunità possa toccare una bella fetta di tifosi, anche se all'inizio probabilmente dovrà accontentarsi di avere in tribuna solo medici, infermieri e ottuagenari.

Allora meglio sperare proprio che sia stata una necessità della campagna elettorale, o un eccesso di ottimismo natalizio. Perché poi il vero rischio è che qualche tifoso possa pensare davvero di tornare allo stadio subito dopo le feste.

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