Lo strappo di Gattuso è cuore e qualità: "Noi siamo più forti"

Rino ci crede: "Loro hanno grandi campioni ma non li temiamo. Anzi, quanto a qualità..."

Lo strappo di Gattuso è cuore e qualità: "Noi siamo più forti"

nostro inviato a Milanello

C'è qualcosa nell'aria a Milanello che svela la particolarità della vigilia. Una specie di elettricità che quasi si può toccare. Eppure a vedere e a sentire Gattuso prima del derby della Madonnina sembra un giorno come un altro. Sereno, rilassato, posato. Non una parola né un atteggiamento al di sopra delle righe. Perfetto. Un lord inglese. Anche se probabilmente dentro di lui, sarà tutta un'altra cosa. Perché quello che si respira è un clima diverso e non potrebbe essere altrimenti. Ma anche il Milan è diverso e Gattuso pure. Più esperienza, più personalità, maggiore consapevolezza e sicurezza nelle proprie forze. E quindi va bene così. La parola d'ordine è serenità. Addirittura Gattuso prova a snocciolare le tipiche frasi allenta tensione tipo «Siamo solo all'inizio» o «In fondo tutte valgono tre punti». Ma chi ci crede... Non esageriamo. È il derby e non sarà mai una partita come le altre.

E infatti bisogna un po' stemperare. Lo ammette il tecnico rossonero. «La serenità la trasmette l'allenatore, tante volte mi sono sforzato di trasmetterla ma in questa settimana non è servito. Non vedo nessuna pressione c'è grande voglia. Mentalità e grinta sono cose diverse, dipende chi hai di fronte e come devi caricarlo. In passato forse ho sbagliato a caricare troppo le persone sbagliate...». Più maturità, più consapevolezza e un gruppo unito. Come dimostrano le parole dei giocatori rossoneri, da Higuain a Romagnoli, che vedono nel tecnico un leder vero da seguire. «Mi fa piacere quello che dicono, fa parte della mia visione. Anche se qualcuno magari non mi sopporta. Il mio ufficio è sempre aperto per tutti e si parla di tutto. Anche i giocatori hanno i loro problemi e con me possono parlare di tutto, non solo di calcio. Quando mi fido delle persone io mi strappo il cuore. Per loro posso buttarlo in mezzo allo spogliatoio e ci possono pure palleggiare».

Il gruppo prima di tutto, nella visione di Gattuso. Ma non solo. Perché il suo Milan ha dimostrato di giocare bene a calcio, puntando sul possesso palla, sul palleggio e sulle fiammate dei suoi talenti. Un Milan più forte e più consapevole, anche grazie all'innesto di Higuain ma non solo. «Esprimiamo un buon calcio, dobbiamo trovare continuità. Certo siamo più forti e più completi rispetto alla scorsa stagione, abbiamo alzato l'asticella». Ma il derby... «Loro sono una squadra forte, molto fisica e con individualità importanti ma noi non dobbiamo avere paura. Non ci sentiamo inferiori a loro e anzi, forse abbiamo anche qualcosina in più dal punto di vista della qualità». Ammette di non sapere come si vince il derby, anche se ne ha giocati tanti, ha parole di sincero elogio per Spalletti («Ha la mente aperta nonostante la grande esperienza») e parla di Berlusconi, critico nei suoi confronti per il modulo che non prevede le due punte: «Lui può dire quello che vuole», chiosa.

Sulla formazione invece Gattuso fa pretattica: «Abbiamo due giocatori con problemini» riferendosi a Bonaventura e Kessiè che però non hanno nulla di preoccupante.

Conferma quindi dei soliti 11, con Calabria preferito ad Abate sulla destra e Higuain in avanti supportato da Calhanoglu e Suso con licenza di accendere la luce. E di dare quell'elettricità che serve per giocare e, soprattutto, per vincere un derby.

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