Super Battocletti, seconda nei 10.000: "Ho capito l'atleta che sono". Palmisano (argento) e Fabbri (bronzo): è un tris storico

Super Battocletti, seconda nei 10.000: "Ho capito l'atleta che sono". Palmisano (argento) e Fabbri (bronzo): è un tris storico
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Un'Italia straordiNadia sale tre volte sul podio ai Mondiali. Non c'erano mai state così tante medaglie in un giorno per l'atletica italiana: è un inizio da urlo in quella Tokyo che rievoca dolci ricordi. Nadia Battocletti argento nei 10.000 come all'Olimpiade, Leo Fabbri bronzo nel peso e, prima di loro, Antonella Palmisano argento nella 35 km di marcia.

Nel Sol Levante, l'Italia fa la voce grossa mostrando al mondo i suoi campioni. Che se la giocano fianco a fianco con le potenze di questo sport. Prendete la Battocletti, che non ha paura delle africane e anzi riesce a sconfiggerle in pista: ieri è andata di nuovo a un passo dal battere la primatista del mondo e olimpionica Beatrice Chebet (30:37.61), ma grazie al record italiano (30:38.23) ha preceduto l'etiope Gudaf Tsegay (30:39.65), dimostrando di essere ormai una fuoriclasse del mezzofondo. "Ho cercato di tenere a bada tante teste calde - sorride Nadia, con gli occhi lucidi dopo aver abbracciato la rivale -. Mi sembra di vivere un sogno iniziato con gli Europei di Roma ed è un sogno che non finisce mai. Sapevo di potermela giocare, dopo Parigi sono un'altra atleta".

Per seguire la finale, nella sua Cavareno, in Trentino, hanno installato un maxischermo. "Hanno riunito i bambini delle scuole. Loro sono il futuro. Bisogna alimentare le nostre gioie". Ora avranno anche un idolo a cui ispirarsi. E pensare che due anni fa chiuse in lacrime a Budapest: "Ero arrivata ultima. Avevo sbagliato tutto". Stavolta si è inginocchiata all'arrivo, poi ha liberato un urlo e ha dedicato l'argento al papà-coach Giuliano, a mamma Jawhara e al fidanzato. Tutti allo stadio per spingere questa ragazza di 25 anni che con questa medaglia ha chiuso il cerchio: è salita sul podio di tutte e tre le grandi manifestazioni.

Stadio in cui si è conclusa la lunga marcia della Palmisano, che ha inaugurato una giornata memorabile con il secondo posto dietro la spagnola Maria Perez. "Mamma mia che gara ha fatto aggiunge Nadia . Sono molto felice per lei, per il nostro stupendo capitano, con il quale ho avuto modo di confrontarmi. Lei marcerà anche il 20, il giorno in cui spero di essere nella finale dei 5.000". Per la 34enne Nelly, campionessa olimpica quattro anni fa (quando si gareggiò però a Sapporo), invece c'è stato l'abbraccio con quella che è diventata un'amica vera. "Lei mi ha ridato la motivazione di continuare dopo la delusione di Parigi, dove a causa del covid non sono riuscita a rendere al meglio". La spagnola ha definito la loro rivalità come quella tennistica: "Io sono Alcaraz, Antonella è Sinner. Però noi ci alleniamo insieme, non come Carlos e Jannik. Una volta io sono andata a Livigno e una volta lei è venuta a Siviglia. Antonella nella sua marcia è tecnicamente perfetta. Posso solo imparare da lei".

Ha imparato invece dai suoi errori Fabbri, il colosso toscano che dopo il flop di Parigi ha sofferto parecchio ("ho dimostrato di essere fragile, mi sarei buttato da un ponte tanto ero triste", ha raccontato ieri). Ora Leo ha trovato nello yoga un nuovo strumento di meditazione per ritrovare l'equilibrio interiore.

Ha gettato via il malessere che aveva all'interno con la stessa poderosa potenza con la quale scaglia l'attrezzo del mestiere. Questo bronzo di Tokyo ribadisce lo status raggiunto da Fabbri, già argento mondiale due anni fa.

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