Tania, altra beffa Il suo trampolino è sempre di legno

La Cagnotto vede sfumare il bronzo per 20 centesimi. "Le Olimpiadi per me sono stregate. Ma non mollo"

Tania, altra beffa Il suo trampolino è sempre di legno

C’era un solo ex atleta presente in questa olimpiade desideroso di perdere un record. Non l’ha perso. E c’era una sola atleta pronta a ven­dere­l’anima al diavolo pur di tradi­re un padre. E non l’ha tradito.Gior­gio Cagnotto resta l’ultimo meda­gliato olimpico dei tuffi italici, fu bronzo a Mosca, Giochi mozzati dall’assenza degli Stati Uniti, que­stione di Afghanistan e invasioni. Giorgio conquistò il bronzo dal trampolino. La stessa asse fatta per spararti in aria che ieri ha di nuovo beffato Tania, sua figlia, sparandola a terra. Di morale e voglia. «Adesso una vacanza, però mi rivedrete… Le Olimpiadi, per me sono stregate, sembra che mi abbiano maledetto ai Giochi, due punti nel sincro, 20 centesimi di punto adesso…» Prima la cinese Wu Minia, secon­da la cinese He Zi, solito predomi­nio, solito strapotere, però è la terza a far incacchiare il pubblico tifoso. E’ sorridente, è carina, «e l’ho sem­pre battuta», dirà Tania, ma San­chez Soto è una faccia davvero di bronzo. Medaglia sua, gradino bas­so, grande festa lei, grande rabbia la nostra. «No, i punteggi dei primi quattro tuffi hanno rispecchiato la mia prestazione,è l’ultimo che non mi convince, perché mi fido delle mie sensazioni ed era stato buonissimo»,confesserà l’az­zurra. Invece 76,50, invece legno, ze­ro medaglie, suo padre, suo allena­tore, ancora unico là nero su bianco nell’annuario ingiallito. «Che sfiga, che sfiga- ripete Tania- , sarebbe ba­stato che uno solo dei giudici che mi ha dato 8,50 mi avesse invece dato 9 , e ora la medaglia sarebbe mia».
Lo sguardo,l’abbraccio,lungo,si­lenzioso, le lacrime appiccicata a papà, papà che «non ha detto niente, mi ha solo stretto», papàchediràpoi «ciser­viva la gara perfetta, e lei non lo è stata. Più che delusio­ne, provo rabbia, tanta rabbia». E la rabbia sono i giudici, i punteg­gi di questo sport schiavo de­gli umori uma­ni.

E adesso «ho solo ad­dosso un grandissi­mo rimpian­to, per come poteva anda­re e invece è andata. Sobe­ne che la meda­glia non mi avrebbe cambiato la vita, però quel che mi fa male è la consapevo­lezza che per tutti questi mesi ho sentito che Londra poteva essere la mia Olimpiade,quella che aspetta­vo… E davvero… uscire così mi fa male.

Io lasciare l’attività? Ma no, anche se in questo momento ovvia­mente non sembra, io sono conten­ta di tutta la mia carriera».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica