Marco Lombardo
nostro inviato a Rio de Janeiro
Con Fabio Fognini può succedere di tutto, ma almeno il tennis con lui è sempre uno show. Nel bene e nel male spesso, ma qui a Rio Fabio ci ha messo davvero anima e gioco per arrivare là dove nessuno avrebbe mai pensato. Soprattutto perché davanti a lui c'era il grande favorito per l'oro, ovvero Andy Murray: e quando alla fine del primo set sei sotto 6-1 si capisce che nessuno scommetterebbe su di te un centavos.
Ma Fabio è questo, capace di smontare e ricostruire, capace di passare un turno (contro Paire) salvando un match point e di ritrovarsi sul centrale della Cidade Olimpica avanti 3-0 nel terzo set, dopo un secondo da sogno. Il vento aveva portato via nel frattempo la sicurezza di Andy Murray, il «milagro» sembrava possibile, ma con Fabio Appunto: finisce con Fognini che bisticcia con l'arbitro e spara pallacce nervose (ma all'uscita viene osannato dal pubblico) mentre Murray che accede ai quarti di finale con il 6-3 finale, epperò in fondo la vera delusione del tennis azzurro non abita qui.
Poco prima infatti Sara Errani e Roberta Vinci erano uscite dal campo sconsolate e sconfitte a un passo dalla semifinale del doppio. E pensare che le avevano rimesse insieme, nessuno sapeva bene come così come nessuno aveva saputo bene perché le Chichis avessero rotto una coppia che aveva conquistato tutti i titoli del Grande Slam. Vincevano, sorridevano, piacevano. Erranivinci era un po' l'anomalia del circuito robotizzato delle racchette e lo choc della separazione, avvenuta più di un anno fa, aveva fatto rumore: «Siamo stanche, dobbiamo prenderci una pausa». Con Roberta che qualche mese dopo diceva: «Se ne sono scritte troppe su di noi, lasciate stare questa storia. Torneremo? Chissà».
Sono tornate, con la missione di vincere la medaglia alle Olimpiadi. Grande sponsor il presidente del Coni Malagò che, appoggiato da quello della Federtennis Binaghi, ha preso il telefono e le ha chiamate personalmente: «Sara, Roberta, perché perdere un'occasione così?». Sara e Roberta sono allora arrivate a Rio dopo un viaggio avventuroso nel quale hanno pure perso le valigie, ma sembravano aver ritrovato la vecchia intesa: «È bastato qualche scambio, gli automatismi non li avevamo persi».
Dovevano incontrare le Williams e invece nei quarti avevano davanti il duo ceco Safarova-Strykova e la strada per il finale perfetto. Un finale da favola, soprattutto perché sul 6-4, 3-0 il successo era a un passo.
E invece, a volte, le favole possono finire male: il vento cancella tutto, la missione è fallita, Chichis a testa bassa. E a fine serata al nostro tennis restava solo il doppio Vinci-Fognini nel misto: ma in fondo, con Fabio, tutto ancora poteva succedere.
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