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Terno secco, il Genoa delle facce nuove risorge nel derby

Antonini, Calaiò e Lodi decidono una sfida a senso unico. Dai blucerchiati nessun tiro in porta

Terno secco, il Genoa delle facce nuove risorge nel derby

Liverani allontana il fantasma di Stramaccioni, se mai fosse stato vero che l'ex tecnico di Moratti era pronto a subentrargli in caso di terza sconfitta su tre in campionato. Il Genoa lascia l'ultima casella della classifica, fa i primi tre punti e lascia la Samp dietro di due. Non è così vero che è il derby più cattivo d'Italia, è solo il più incasinato, il più sfacciato, il meno prevedibile, quindi il più vero, senza inchini e cortesie. Ma quando il Genoa ha preso il largo, la Samp ha continuato a cercare di giocare a calcio, nessuna ritorsione, la cattiveria se c'era è rimasta dentro, non è uscita, il derby è diventato perfino corretto. Ma c'era in tribuna perfino il ct Cesare Prandelli per vedere come andava a finire e per un'ora abbondante è stata grandissima battaglia.

Una gran voglia di alzarsi e volare, fra preparatori in tuta mimetica sui rami e droni pronti a decollare.

Attrezzate per un tranquillissimo campionato di sofferenze, Samp e Genoa si sono prese a ceffoni sotto l'acqua, contusi e feriti ad ogni cavalcata in territorio nemico, falli preventivi, a palla lontana, promesse poco raccomandabili.

La sintesi del primo tempo tutta nel fischietto di Rizzoli: 45' giallo a Krsticic per entrata su Gilardino, 46' giallo a Gilardino per restituzione a Krsticic. Il Genoa si è visto al 9', centro di Biondini incredibilmente lasciato libero di crossare dalla trequarti campo, palla in mezzo, De Silvestri sorpreso e anticipato da Antonini al suo esordio per la rete del vantaggio. Poi il Genoa è sparito. Calaiò mai pervenuto, Gilardino in evidenza a metà tempo quando una punizione di Eder l'ha colpito in pieno volto e l'ha tramortito per qualche decina di secondi. Liverani ha detto ai suoi di chiudersi senza ritegno, palle scaraventate oltre, non importa dove, atteggiamento da o la va o la spacca, solo Lodi tenta di ragionare e sfiora il 50 per cento di conclusioni accettabili. Ma è difficile ragionare, è sfida su ogni palla, il terreno scivoloso aiuta, chi entra in possesso perde subito fiato e visione del campo con due, a volte tre avversari a circondarlo. Il Genoa si chiude bene, la Samp attacca male, disordinata, Perin non fa parate, meno peggio Eder di Gabbiadini, è Obiang il più attivo con Regini che prova a ragionare. Impossibile. Sono gli spazi che lascia la Samp nel suo arrembaggio confuso a decidere il derby, Gilardino al volo per Vrsaljko, gran cross dell'esterno croato per Calaiò che anticipa sul primo palo, destro, 2-0, contropiede bellissimo, due reti stupende.

La Samp paga pesante il raddoppio, gioca col cuore e un eccesso di tossine nelle gambe ma ormai sullo 0-2 non c'è più niente da salvare, a mezz'ora dalla fine è sconfitta e il Genoa la sorpassa in classifica. Quando Lodi la mette per il 3-0, anche Liverani si getta nella mischia degli abbracci, adesso è trionfo senza storia, Perin non ha mai parato, Eder e Gabbiadini due fantasmini.

Tre reti una più bella dell'altra, ha vinto chi era più disperato, tutto qui.

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