di Umberto Zapelloni
Il dio denaro, come lo ha chiamato Lewis Hamilton, questa volta ha perso. Impotente anche lui di fronte alla cattiveria del Virus. Alla fine anche la Formula 1 è andata in testa coda e ha dovuto arrendersi, annullando il Gran premio d'Australia. Dopo che il Covid-19 aveva colpito un uomo della McLaren, uno degli otto membri del paddock testati in questi giorni, e la squadra inglese aveva annunciato il ritiro dalla gara, non poteva più far finta di niente e voltarsi dall'altra parte, come ha tentato di fare fino all'ultimo. Ha aspettato la notte australiana e dopo due ore di discussioni ha annunciato la resa. Le stesse autorità dello Stato di Victoria hanno cominciato ad avere paura che il contagio si allargasse, dopo che anche Tom Hanks e signora dalla Gold Coast australiana avevano annunciato di essere risultati positivi al test. In prima serata il Primo Ministro australiano era addirittura andato in tv a tranquillizzare la nazione. Far correre 18 macchine in tondo per tre giorni, con 300 mila persone in arrivo per vederle, sarebbe stato da irresponsabili.
Si era stupito di trovarsi laggiù anche Lewis Hamilton, il sei volte campione del mondo che stava per cominciare l'inseguimento ai record di Schumi. In conferenza stampa in mattinata era stato il più chiaro di tutti, confermando ancora una volta di essere un campione pensante. «Sono molto, molto sorpreso nel vederci tutti qui, è bello poter gareggiare, ma per me è scioccante che siamo tutti seduti in questa stanza. Ci sono molti fan in pista già oggi. Sembra che il resto del mondo stia reagendo, probabilmente un po' in ritardo, stamattina abbiamo sentito Trump chiudere i confini dall'Europa agli Stati Uniti. L'Nba viene sospesa e la F1 continua ad andare avanti. Il denaro è re». Money is the king. Dice proprio così. Guida il denaro e la Formula 1 non ha avuto il coraggio di fermarsi prima, cosa che invece hanno fatto il Moto Mondiale e la Formula E. Un atteggiamento come minimo superficiale (non che Uefa o Eurolega abbiano fatto meglio). Alla fine ha dovuto piegarsi all'evidenza. «Non siamo così stupidi da non capire quando dobbiamo tirare il freno a mano», aveva detto Sebastian Vettel ancora prima che scoppiasse il caso. Volevano correre tutti, ma quando hanno cominciato a capire quel che stava succedendo nel mondo, hanno cominciato ad avere dei dubbi. Qualche pilota girava con la mascherina. Ma tanti altri hanno continuato a firmare autografi come se nulla fosse. Tutti a casa. Fino a quando, non si sa. Impossibile si corra tra una settimana in Bahrain. Altamente improbabile si cominci il 5 aprile in Vietnam. Già annullato il Gp di Cina.
Resterebbe il Gran premio d'Olanda del 3 maggio a casa Verstappen. Ma siamo sicuri che allora il Virus se ne sarà andato dall'Europa? Formula Caos. E dire che questa dovrebbe essere la stagione della grande festa per il settantesimo compleanno.
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