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Tevez l'Apache über alles. Questa è un'euroSignora

L'argentino re di Germania non concede nulla: due reti e un assist. Morata golden boy lo ringrazia Borussia steso dal contropiede. L'Era Conte è lontana

Tevez l'Apache über alles. Questa è un'euroSignora

Ricominciare da Dortmund, ritrovare una squadra bella, vincente e killeristica in contropiede. La Juve si regala due gol di Carlitos Tevez, uno dalla mattonella cara a Del Piero, e le bellezze di golden boy Morata. Tutti in carrozza sulla Carlitos way: due reti e l'assist decisivo per il gol del ragazzo spagnolo. Juve nei quarti di Champions, ciao ciao Conte. Strizzatina d'occhio alla storia: a Dortmund cominciò l'avventura dell'ultima Signora che vinse la Champions, stagione 1995-1996. Poi furono solo tre finali. Juve sempre vincente a Dortmund, ma stavolta il tris pesa e sorprende nelle dimensioni. Borussia che spiega la classifica di campionato, ma non abbastanza per togliere alla Juve la soddisfazione di un match giocato con determinazione e calcio spiccio ma efficace.

Primo tempo per vederne di tutte e di più. Tevez che non ci prende con l'idea giusta sul primo contropiede impostato da Morata e, dopo trenta secondi, rimedia come sanno i campioni: adesso ci penso io, detto all'argentina. Palla sul piede e calcio da fermo da fuori area. Portiere con la sveglia ritardata, ma quel pallone doveva avere il radar registrato dal piede d'oro dell'Apache. Juve in vantaggio, il Borussia e il suo stadio giallo fantasia ricacciati nel bianco e nero di una storia fa. Meglio di così non poteva andare. Ma il Borussia è squadra tedesca nel nome, nei fatti ed anche nella testa. Si è ammosciato, ma non si è smontato cammin facendo. La Juve ha faticato a tener alti i centrocampisti: Pogba un po' anonimo, ma poi si capirà perchè. Vidal preso da sacro furore che lo ha portato a rischiare subito due ammonizioni, ma poco produttivo nel riportare in avanti la squadra. E allora si è lasciata spingere verso la sua difesa che ha fatto muro, altro che muro giallo borussiano, ed ha tenuto botta per tutto il primo tempo incassando uno zero pericoli al tiro da parte dei tedeschi, soltanto qualche sventolata che, magari, ha costretto Buffon all'uscita.

Borusssia senza Immobile ma con Socratis, quello non proprio di successo all'epoca di Allegri sulla panchina del Milan. Stavolta è servito per stendere Pogba e poco altro. Ecco, la Juve deve aver sentito freddo quando il suo gigantone è rimasto fermo a terra, con la faccia buia e il dolore alla coscia destra. Non erano precauzioni quelle che l'avevano tenuto fermo in allenamento prima di partire per Dortmund. Tempo mezzora per svelare il problema, magari i timori, e costringerlo all'uscita con qualche lacrima sul viso. Sarà un caso o un gioco della sorte, ma Pogba è uscito con la stessa tempistica di Pirlo all'andata.

Barzagli in campo e Juve riproposta “ancien regime“ in difesa (Bonucci nel fiale si è fra l'altro rovinato una spalla). Non è cambiata la faccia della squadra e nemmeno quella del Borussia. Al tirar delle somme del primo tempo le azioni più pericolose sono venute da fantastiche accelerazioni di Morata, capace di scardinare le attenzioni difensive tedesche, e da un tiro di Liechsteiner. Inutile chiedere notizie di Reus o Aubameyang, finiti sempre nella ragnesca tela difensiva juventina.

Juve ben munita e così è stato gioco prediletto lanciare Morata e Tevez negli spazi. Lo spagnolo è partito bene fin dal primo minuto e non ha mai smesso di infilare spazi e percuotere la difesa tedesca che, nel giro di dieci minuti della ripresa, ha asciugato sudore e tremori davanti a due cannonate del golden boy: un po'ingenuo al tiro, magari un pizzico sfortunato, eppoi applausi al portiere, una volta in uscita tempista, nella seconda occasione aiutato dal piede.

Segnali che la Juve non avrebbe mollato nulla e nemmeno altri spazi di campo e, invece, il Borussia un po' troppo molle difensivamente. Klopp ha provato i cambi ma la squadra da cinque in pagella non è cambiata. La Juve ha capito, ha atteso, infine ha colpito con il bjoux del gioco del calcio: un fantastico contropiede avviato da Marchisio, lavorato, definito e infiocchettato da Carlitos Tevez che, avendo la testa del campione, poi ha concesso l'assist per il tap-in a Morata che lo ha seguito come una tigre in agguato. La Juve, la partita e la storia bianconera di questa stagione non potevano chiedere di più. Avanti con quei due, con una squadra concentrata e sostanziosa. E chapeau all'Apache che si è preso la parte finale, nel segno del numero 10: contropiede e, ancora una volta, il piede d'oro ha fulminato il portiere e sgretolato il muro giallo. Doppietta di Champions, 23 gol in stagione, 11 sono quelli di Morata: così la Signora si stacca dal cordone di Conte e dei ricordi.

Questa è un'altra Juve.

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