Thohir, l'alleato a sorpresa: fiducia a Mazzarri (per ora)

Il "mantra" di ET: gli amici si vedono nel momento del bisogno, quando vai bene è facile stare dalla tua parte. E lo vuol dimostrare

Thohir, l'alleato a sorpresa: fiducia a Mazzarri (per ora)

La più grande sventura recente capitata all'Inter, e ai suoi tifosi, non è tanto quella di avere Mazzarri in panchina quanto di essere costretta a modernizzare il pensiero sul pallone, cambiare atteggiamento nei confronti di fatti e risultati, risollevarsi dall'età tifo-oltranzistica dirigenziale in cui l'aveva cacciata Moratti, presidente benemerito e spendaccione ma senza visione sul futuro. Se l'avesse avuta non avrebbe ridotto il club al limite della bancarotta e, forse, avrebbe scelto il successore con miglior occhio alla liquidità. Nei giorni scorsi Thohir ha garantito fede e fiducia in Mazzarri, ha raccontato di essere pronto a comprare due giocatori a gennaio, lo ha detto in quattro parole. Senza bisogno di farsi attendere sotto la sede come piaceva all'altro padrone. Moratti davanti alle telecamere se la godeva, anzi ne approfittava per creare il caso. Thohir anche ieri, in una sorta di confidential time con i giornalisti della carta stampata, ha fatto intendere che ama discorsi in relax, non sotto pressione, che non gli piace essere assaltato da telecamere e taccuini fuori dall'albergo e che, se dice una cosa, spera di essere creduto. Vuole tener botta con Mazzarri, lo aspetta, gli permetterà di lavorare ancora tranquillo, non dimentica che la squadra è in testa al girone di Europa League e che, in campionato, due sconfitte sono pesanti ma la squadra può ritrovarsi. Dunque, se nel giro di un mese non sarà un disastro dietro l'altro, l'allenatore continuerà la stagione (fra l'altro, il contratto rinnovato non è stato una genialata).

Solitamente Thohir ama ripetere: gli amici si vedono nel momento del bisogno. Quando vai bene è facile stare dalla tua parte. E lo vuol dimostrare. Quindi ora sta con Mazzarri. L'Inter (squadra) e i suoi tifosi, che pur non sopportano il tecnico, si adeguino. E qui sta la diversificazione, il punto difficile per un tifo che si è divertito con allenatori presi e buttati e con le parole di Moratti che, al di là di risultati scarsi per anni, erano pane per il piacere. Il popolo sapeva che le parole dell'ex presidente andavano interpretate, non credute. Se parlava bene di un tecnico stava per cacciarlo, se mandava i suoi esperti in giro per il mondo, a cercare giocatori, pagava solo le note spese, perché lui aveva già scelto guardando i dvd. Moratti ha vissuto i suoi anni tra clamore e decisioni di pancia. Thohir sta spiegando che il mondo Inter sarà diverso: da qui a quando non si sa. Difficile reggere senza risultati e senza comprare campioni. Le sue esperienze americane dicono che credendo in uomini e obbiettivi, i risultati arrivano. Le sue idee raccontano che un grande campione non ti fa vincere i campionati da solo. Qualcuno può controbattere: Ronaldo ha vinto una coppa Uefa e perso un campionato vinto, ma ha portato risultati di altro tipo, amore, passione, l'Inter era conosciuta in tutto il mondo.

L'Italia del calcio è un po' diversa dal resto del mondo: costa tanto e non ti ripaga di egual moneta. Non basta sommare in società menti fertili della finanza e della strategia.

Ma per ora la strada è questa: progetti, idee a basso costo sullo stadio, sull'acchiappa tifosi, su tutto quanto faccia business. Ai risultati ci pensino Mazzarri e la squadra. Thohir sta con loro: molto più fedele di quanto lo sia il tifo nerazzurro, passionale ma troppo morattiano. Ovvero: l'importante è cambiare.

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