Milanello - L'ultimo Seedorf della stagione ha un solo nemico con cui ha pensato di regolare i conti: i media. È stato molto attento a non concedere un solo respiro all'apertura di Silvio Berlusconi («non dialogo con la società attraverso voi»), ancora più abbottonato è risultato sulla ciambella lanciatagli dal presidente («può restare a patto che trovi un accordo nel rapporto con il club»), si è detto disposto ad ammettere persino d'aver commesso qualche errore prima di mostrarsi sicuro «di diventare un grande allenatore» ma alla fine l'intemerata è tutta centrata sui giornalisti con i quali ha avuto anche un confronto serrato privato, dopo quello pubblico ripreso dalle telecamere.
E i giudizi sferzanti utilizzati in precedenza («in quattro mesi avete abbastanza esagerato nei miei confronti») sono stati mitigati da qualche sorriso riparatore, qualche aggiustamento di tiro («sto parlando in generale della stampa italiana»). Per qualche vecchio frequentatore di Milanello si è trattata addirittura di una corrida. L'ultimo Seedorf ha provato in tutti i modi di accreditare la figura di un allenatore in pace con se stesso, anzi in completa sintonia con lo spogliatoio. «In questi quattro mesi mi sono molto divertito, ho imparato tantissimo, ci sono stati alti e bassi ma oltre ai risultati che pure sono stati dignitosi, tutto merito va al gruppo, hanno tirato fuori lo spirito guerriero oltre che l'orgoglio, alla fine è stato molto bello»: ecco il bilancio presentato da Seedorf all'opinione pubblica, divisa, molto divisa sul suo conto, c'è chi ne ha apprezzato il lavoro, c'è chi ne ha segnalato l'impreparazione di fondo oltre ai guasti provocati dallo staff personale. Un rimpianto, la sfida dell'andata con l'Atletico scandita da palo e traversa prima di subire la coltellata di Diego Costa: «Mi è rimasta qui, ma quella squadra ha una forza micidiale nel gruppo».
L'ultimo Seedorf ha dimostrato di non avere certezze assolute sul futuro. Così ha evitato di firmare altri giudizi impegnativi per la prossima stagione. Come giocherà? «Si vedrà, dipende da chi hai a disposizione». Balotelli sarà un punto fermo nel futuro del Milan? «È molto presto per dirlo», la risposta che nasconde la clamorosa esclusione a favore di Pazzini. Kakà resterà ancora un anno? «Non so ancora cosa ha deciso». Più sicuro, invece, sul ritorno in grande stile di El Shaarawy che stasera a San Siro ripartirà dalla panchina: «È fondamentale per il futuro». Poca fiducia nella corsa al sesto posto («Sono realista»), che dipenderà più da Torino e Parma e non dall'esito della sfida col Sassuolo, «Non sarà una passeggiata, dobbiamo congedarci dal pubblico con una vittoria» l'unica consolazione per una serata che chiamerà a raccolta solo gli ultrà, schierati con l'olandese.
Sono in molti a salutare San Siro e il Milan stasera, ma c'è anche un giovane idolo che continua a ripetere di voler ritornare a Milanello, Thiago Silva lo ha ripetuto ieri. Magari in compagnia di Carletto Ancelotti. Chissà.
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