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Toronto sfata il tabù Nba Il grande basket è canadese

Per la prima volta il titolo esce dagli Stati Uniti E sul trionfo c'è anche la firma del «nostro» Scariolo

Roberto Gotta

Oh, Canada! Veramente, il nome esatto dell'inno non ha la h', ma la nostra versione rende meglio lo stupore e la sorpresa del primo titolo Nba vinto da una squadra canadese, i Toronto Raptors, unica rimasta nella lega dopo il breve periodo dei Vancouver Grizzlies, nati nello stesso anno, il 1995, ma trasferitisi a Memphis dal 2001. E unica rimasta soprattutto a catalizzare il tifo di un'intera nazione e ad incollare alla Tv per le finali almeno un canadese su due. Sorpresa, il trionfo dei Raptors, ma per modo di dire: già lo scorso anno erano arrivati ai quarti di finale da numero uno del tabellone a est, perdendo però per 4-0 contro Cleveland.

Fu un momento decisivo: invece di attribuire la sconfitta alla scarsa esperienza e confidare in una crescita, il celebratissimo general manager Masai Ujiri licenziò l'allenatore Dwayne Casey, appena premiato come migliore dell'anno, e cedette uno storico punto di forza come DeMar Derozan per avere in cambio Kahwi Leonard, l'ala piccola di San Antonio, già miglior giocatore della finale 2014, e pazienza se ora è in scadenza di contratto; in più Marc Gasol, preso a febbraio in uno scambio che ha dato la netta impressione che i Raptors non volessero costruire per il futuro ma per l'immediato.

E l'immediato è stato un titolo vinto per 4-2 contro i Golden State Warriors, campioni in tre delle ultime quattro stagioni. Un trionfo ineccepibile in una grande serie, nonostante i gravi infortuni che hanno messo fuori tra i Warriors Kevin Durant in gara 5, nella partita del suo ritorno dopo una lunga assenza, e Klay Thompson in quella decisiva, una brutta rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro che ha interrotto una prestazione eccelsa.

Una serie tattica come può esserla una partita Nba di playoff, ovvero con una lunga serie di mosse e contromosse spesso impercettibili o in altri casi estemporanee ma guidate dal talento individuale di alcuni: anche dei giocatori non necessariamente di primo piano, come Fred VanVleet e Pascal Siakam, l'ala camerunense proveniente dalla lega minore, la D-League, dopo però essere stato prima scelta dei Raptors nel 2017.

A guidarli, in uno staff di cui fa parte anche il nostro Sergio Scariolo, un altro sottovalutato come Nick Nurse, 51 anni di cui 11 trascorsi ad allenare in Europa, prevalentemente in Inghilterra.

Nurse viene da un college di basso profilo, Northern Iowa, ed è arrivato ai Raptors nel 2013 come assistente, dopo una gavetta reale e lunga: nel suo primo periodo inglese, appena arrivato e ancora giovanissimo, dovette chiedere libri e cassette didattiche ai suoi ex coach e dare ordini a compagni di squadra - perché la sua prima esperienza fu anche da giocatore - molto più vecchi di lui. Pianista per diletto quando non studia ossessivamente video degli avversari, è già nella storia, a prescindere da quel che farà Leonard adesso. O tra pochi giorni.

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