Totti, caccia a due record: il gol inglese e il più vecchio

Il capitano non ha mai segnato Oltremanica e potrebbe superare Giggs come marcatore più "stagionato" della coppa. Maicon cerca la vendetta dell'ex

Totti, caccia a due record: il gol inglese e il più vecchio

Se la sfida con il Cska Mosca è stato un succoso antipasto (cinque gol in una serata quasi perfetta), la partita in casa del City - un inedito nella storia delle due squadre - si può considerare il vero battesimo europeo per la Roma di Rudi Garcia.

In Champions League l'Inghilterra è un paese tabù per i giallorossi e per Francesco Totti. In sette partite giocate Oltremanica, solo un pareggio nel 2003 ad Highbury contro l'Arsenal (con il numero dieci addirittura espulso dopo 22 minuti), appena due reti segnate - Cassano contro i Gunners e De Rossi nella terribile serata con i Red Devils -, poi solo sconfitte. E il nome Manchester evoca cattivi presagi: incancellabile quel 7-1 incassato sul campo dello United (l'Old Trafford, stasera si giocherà all'Etihad dei cugini «citizens») il 10 aprile del 2007, un'onta mai dimenticata dai tifosi giallorossi.

Eppure il capitano della Roma - definito the legend dai giornali inglesi - ha girato tutti gli stadi inglesi più importanti in sedici anni di coppe: da Old Trafford (presente due volte su tre nei ko contro lo United) a Stamford Bridge - stadio del Chelsea -, il già citato Highbury e Anfield Road, dove è arrivato l'unico successo giallorosso in Inghilterra (1-0 al Liverpool nel febbraio 2001, ma erano gli ottavi di coppa Uefa, ininfluente per il passaggio del turno). Totti quella sera non c'era e l'eroe fu un centrocampista, quel Guigou scomparso poi dai radar del calcio di casa nostra. Oggi il numero 10, fresco dei festeggiamenti per i suoi 38 anni, rincorre così tre traguardi: i primi sorrisi - leggi gol e vittoria - in terra d'Albione e il record di marcatore più anziano in Champions (Giggs segnò poco prima del traguardo raggiunto sabato da Francesco).

Il capitano giallorosso è ancora decisivo e temuto da ogni avversaria. « The king of Rome is not dead », la frase tornata d'attualità Oltremanica a proposito di Francesco Totti. Sarà da tempo meno incisivo in fase realizzativa, ma fondamentale nel cucire il gioco grazie a un'intelligenza calcistica altamente sopra la media europea. Totti ha ulteriormente arretrato la sua zona d'azione, una sorta di play basso capace di illuminare la scena con tagli e lanci a premiare gli inserimenti dei compagni. Una variabile che in Europa e in Inghilterra è poco conosciuta e applicata.

Proprio il numero dieci, la velocità di Gervinho - a caccia di rivincite dopo l'esperienza negativa in Premier con l'Arsenal - per mettere paura a una difesa, quella del City, non certo insuperabile, l'intensità a centrocampo contro il possesso palla (più spagnolo che inglese) degli uomini di Pellegrini, potrebbero essere le altre armi per tentare il colpaccio. Alò quale non credono gli scommettitori: Agipronews riferisce che solo il 15% delle giocate è sul successo romanista.

I campioni di Premier in carica hanno avuto un avvio di stagione altalenante, caratterizzato da grandi vittorie (3-1 col Liverpool) e sconfitte improbabili (0-1 con lo Stoke), passando da pareggi pirotecnici e fortunosi con Arsenal e Chelsea. Il City è terzo in classifica, a -5 dai Blues di Mourinho, mentre ha perso all'esordio in Champions in casa del Bayern. Con la Roma, dunque, è già chiamato a una gara da «dentro o fuori». «Se perdessimo la seconda partita di fila, la qualificazione diventerebbe davvero difficile», così il tecnico dei Citizens, che non battono un'italiana dal dicembre 1978 (3-0 al Milan in Uefa).

E se la Roma dovrà rinunciare a De Rossi, Astori e Castan, avrà Iturbe «bloccato» in panchina per precauzione (domenica c'è la Juve), ci sono altri calciatori che vantano una buona esperienza europea: dall'ex Maicon, che al City non ha lasciato il segno tanto da essere scaricato in fretta, al Cole protagonista con il Chelsea (in ballottaggio con Holebas e Torosidis per una maglia da titolare), al Keita che ha già ascoltato la musichetta della Champions con il Barcellona e che troverà di fronte quel

Tourè metronomo della squadra e ribattezzato in Inghilterra uomo invisibile per la sua discrezione. In tribuna ci sarà il patron giallorosso Pallotta: anche lui vuole i primi sorrisi in un paese dove si parla la sua lingua.

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