Totti torna in cattedra Ljajic&Pianic coppia gol

A Parma i giallorossi dominano ma De Ceglie prova a beffarli Poi l'assedio e il gioiello del bosniaco

Totti torna in cattedra Ljajic&Pianic coppia gol

Alla quarta tappa del cammino, la Roma mostra un'altra delle sue armi. Se finora era stata brava a chiudere le partite già nella prima frazione, in una serata in cui il dinamismo proprio del calcio di Garcia dura un'ora o poco più la vittoria arriva con la giocata di uno dei suoi gioielli. La perla su punizione di Miralem Pjanic che lascia di stucco Mirante quasi sui titoli di coda - non certo la prima e nemmeno l'ultima del centrocampista bosniaco - è il colpo che conferma il percorso netto dei giallorossi e che punisce un Parma capace a tratti di mettere in difficoltà la capolista.

Non a caso, quella di Donadoni - come già era accaduto l'anno scorso - è la prima squadra che segna un gol alla Roma, meno brava stavolta a blindare il match, anzi nell'inedita condizione di rischiare qualcosa di troppo.

Il turnover, obbligato o scelta tecnica dell'allenatore, può essere un'arma a doppio taglio, specie nella Roma di quest'anno, già falcidiata dagli infortuni quando la stagione è appena agli albori. E come a Empoli dieci giorni prima, dove la squadra con i denti aveva portato a casa il successo, ieri a Parma è arrivato un altro successo sofferto anche se non immeritata, pure contro un avversario abile nella doppia fase di gioco. Due gol che parlano slavo in una squadra multilingue e con pochissimi italiani (ieri l'esordio del greco Holebas sulla fascia mancina di difesa) con Garcia che ha spesso alternato il francese all'inglese per comunicare con i suoi calciatori.

Nel primo tempo gli inserimenti senza palla degli uomini di Garcia mettono in difficoltà il Parma. La continua rotazione dei centrocampisti giallorossi (Keita, a differenza di De Rossi che tende a «schermare» i centrali difensivi, è più mezzala) non dà molti punti di riferimento agli avversari. Cassano finisce così per avere pochissimi palloni giocabili, dovendo sacrificarsi per lunghi tratti a movimenti orizzontali che non permettano alla Roma di impostare al meglio l'azione, anche se si prende la squadra sulle spalle nei pochi spazi liberi che si creano.

Totti, alla soglia dei 38 anni (li compirà sabato), sforna assist a ripetizione anche se poi paga qualcosa nella ripresa: alcuni sono troppo profondi, altri più precisi come quello che libera Ljajic per il gol che rompe l'equilibrio al Tardini. Il serbo, elogiato alla vigilia da Garcia («è devastante, quest'estate è stato il migliore di tutti») ritrova una maglia da titolare e ripaga la fiducia con il primo gol esterno in campionato con la maglia giallorossa (non segnava da Roma-Atalanta del 12 aprile scorso). Il gol legittima il solito dominante possesso palla della truppa di Garcia - oltre il 60 per cento - ed evidenzia il solito cinismo dei giallorossi che fanno girare la sfera in attesa dell'imbucata giusta e colpiscono al primo tentativo valido.

Il Parma però prende coraggio sin dalla fine del primo tempo e il diagonale di De Ceglie a pochi secondi dal duplice fischio dell'arbitro è un campanello d'allarme. In realtà Gervinho potrebbe chiudere il conto, ma è lo stesso De Ceglie (un ex juventino) a centrare la porta di testa. Il quinto gol in A del terzino approdato quest'estate in Emilia riapre il match e sembra frenare gli impeti della Roma, che pure assedia continuamente il Parma ma fa fatica nel suo fraseggio.

Finchè Totti trova e apre spazi, ci sono maggiori soluzioni. Esauritasi la vena del capitano, il gioco - pure comandato dall'«aristocratico» Keita - perde in velocità e pericolosità.

Ma nel momento in cui il Parma accusa un po' di stanchezza dopo aver concesso pochissime occasioni agli avversari, arriva il 2-1 finale della Roma: la magia di Pjanic su punizione nasce da un fallo di Felipe su Destro al limite dell'area. Roma sempre in testa a braccetto con i bianconeri.

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