Il Var sta per approdare in Champions (dagli ottavi a febbraio), ma in Italia - pure precursore dell'aiuto tecnologico - esiste ora una forte contraddizione sul supporto all'arbitro. Tutta questione del famigerato «protocollo Ifab» che continua a creare confusione e ad alimentare polemiche. Il protocollo parla di «chiaro ed evidente» episodio e questo lascia spazio solo sui fuorigioco e i falli di mano, non su contatti che restano nella valutazione del direttore di gara.Così anche nell'ultimo turno tanti i casi discussi e le alzate di scudi di alcuni allenatori: in primis il tecnico del Torino Mazzarri e quello del Genoa Prandelli. Nel mirino i fischietti internazionali Guida e Di Bello, rei più dei loro assistenti Var Mazzoleni e Chiffi sui falli - evidenti - dello juventino Alex Sandro su Zaza e del romanista Florenzi su Pandev.
«Il problema del Var è come si utilizza e chi lo utilizza, se si continua a far decidere gli episodi agli occhi umani non è di aiuto - così il presidente genoano Preziosi -. Sul nostro gol annullato sono stati fermi 4 minuti per cercare un fuorigioco e poi su un episodio clamoroso come il rigore su Pandev il Var non è intervenuto. Io non voglio alimentare complotti, ma il pensiero mi viene. Quello non è un errore, è il rifiuto di consultare un possibile fallo. Per me era una situazione di malafede, lo dico rischiando di essere deferito ma a 70 anni devo sentirmi libero di esprimere quello che credo».
«Errori arbitrali? Mi spiace che stiamo sempre a parlare di cose di questo genere, e non siamo gli unici ad essere stati penalizzati - ha detto il presidente del Torino Cairo -. Ci siamo abituati l'anno scorso ad avere il Var che era effettivamente molto efficiente e capace nello scovare tutti gli errori, è come un popolo che si abitua alla democrazia e poi fa un passo indietro, poi quando uno ha trovato il meglio vuole mantenerlo. Sudditanza psicologica degli arbitri? Credo che avvenga ancora. L'elenco di torti arbitrali contro la Juve è un fatto. Quest'anno il Toro mi sembra abbastanza forte, per i torti subiti come minimo ci mancano 4 o forse 5 punti».
«Il Var? È uno strumento al servizio degli arbitri che ha portato più benefici che polemiche.
L'obiettivo è ridurre gli errori più clamorosi ma non si può tornare indietro e bisogna solo migliorarne l'utilizzo», ha sottolineato il presidente dell'Assocalciatori Tommasi. «La malafede non può essere discussa, se entriamo in quest'ottica bisogna fare una rivoluzione. Se si gioca a calcio e si mette in discussione l'arbitro è finita», così l'ex presidente della Figc Tavecchio.MDD
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