La quarta vittoria nelle ultime cinque gare (e un solo gol subìto) dimostra che la strada intrapresa dagli azzurri è quella giusta. Giampiero Ventura guarda già correttamente al futuro e a un lavoro da proseguire fino agli Europei 2020, ma c'è prima una qualificazione mondiale da conquistare, magari attraverso la strada insidiosa dei playoff. Intanto bene godersi un altro risultato positivo e un buon test per l'offensivo 4-2-4 anche se contro un Uruguay sicuramente sotto tono rispetto a quello che è il suo blasone.
La serata di Nizza, chiusa con una vittoria non spettacolare ma sicuramente meritata per il numero di occasioni create (e sprecate) soprattutto nella prima frazione, ci avvicina a quel posto nella top ten mondiale che è l'obiettivo a breve termine di Ventura e della sua truppa. Confortante anche la prova del nuovo debuttante nella nazionale dei grandi, quel Leonardo Spinazzola già tornato alla base juventina dopo l'anno di grazia con l'Atalanta. Un'alternativa in più nella nazionale sempre più verde del ct genovese.
Gara a bassi ritmi, anche perchè l'Uruguay tiene a lungo un profilo basso, sbagliando molto in fase di impostazione e badando a chiudere gli spazi. La clamorosa autorete di Gimenez, che per evitare la conclusione di Belotti infila Muslera con un tiro preciso nel sette, il tocco di testa sotto porta di Eder (specialista in gol all'estero con la maglia azzurra) e il rigore trasformato da De Rossi sui titoli di coda sono il bottino della campagna dell'Italia in Costa Azzurra. In più molte occasioni mancate soprattutto nel primo tempo e con un Insigne in palla. L'infortunio di Marchisio - che doveva cancellare l'amarezza di Cardiff come gli altri juventini - dopo 18 minuti è uno dei nei della serata e conferma il difficile feeling del centrocampista con l'azzurro.
Gigio Donnarumma, pronto all'avventura con l'Under 21 nell'Europeo di categoria e tentato da varie sirene di mercato nonostante la maxiofferta di rinnovo del Milan, vive di fatto una serata da spettatore dovendo raccogliere il pallone solo una volta nella propria porta, ma per una rete irregolare di Caceres. Senza Suarez e Cavani, ma anche il Godin che decise la tappa dolorosa degli azzurri di Natal del 2014 (al mondiale in Sudafrica), la truppa di Tabarez non sembra avere il vestito migliore. Tanto più che quello con l'Italia è il quinto ko di fila che attesta il momento di crisi dei sudamericani, anche loro a caccia di un posto a Russia 2018.
«Questa vittoria significa che pian piano stiamo centrando quegli obiettivi che ci eravamo posti - così Ventura -: innanzitutto la mentalità, in genere le amichevoli sono un po' ostiche per l'Italia e invece contro l'Uruguay abbiamo giocato con raziocinio e
lucidità, abbiamo concesso zero tiri in porta agli avversari, volevamo essere squadra e ci siamo riusciti, sono contento. Siamo sulla buona strada, in embrione ci sono cose buone. Se lavoriamo bene, niente c'è precluso».
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