Non era mai successo. Ed è bello che sia accaduto nella stessa domenica accomunando Torino e Napoli, ovvero due città molto più vicine di quanto si possa pensare. Hanno cominciato i granata nel pomeriggio, battendo la Sampdoria e regalandosi il secondo posto solitario in classifica: nell'era dei tre punti (stagione 1994/95), mai il Toro aveva respirato l'aria della piazza d'onore dopo quattro giornate di campionato. In serata hanno proseguito gli uomini di Sarri, capaci di bissare il 5-0 ottenuto in settimana in Europa League: neppure nell'era di Maradona erano arrivate due cinquine di fila.
Applausi, ecco. Con il Toro che nega di sentirsi già grande ma che lavora per diventarlo davvero e ha costruito una squadra giovane e di talento. E con il Napoli che, pur avendo assaporato di recente qualche vittoria cui però non è mai seguito un vero trionfo, sogna di potere finalmente lottare alla pari con le altre big nonostante la partenza rallentata. Entrambe andranno adesso a caccia della continuità, non a caso la parola più usata nei rispettivi post partita: si sa che vincere è (quasi) facile, ripetersi molto più difficile. In attesa dell'infrasettimanale però - Toro a Verona contro il Chievo, Napoli sul campo del Carpi - le due piazze godono e basta. Con tanti saluti a Maradona, anche, il quale non più tardi di una decina di giorni fa aveva definito Sarri «non idoneo» a guidare il Napoli. Quanto a Cairo, era passato dall'essere “Papa Urbano” dieci anni fa (società fallita e ripartita dalla serie B) alle prese in giro per il “braccino” e a causa di alcune scelte rivedibili: ora, innamoratosi calcisticamente di Ventura (quinta stagione di fila), i risultati arrivano e pure Lippi applaude spiegando che «il Toro ha il migliore allenatore del campionato e, in un momento in cui ci sono tanti cambiamenti, avere la stessa guida tecnica e più o meno gli stessi giocatori diventa un valore. I granata potrebbero durare». Intanto, Cairo ha mandato in archivio una campagna acquisti in cui ha speso 32,7 milioni (mai successo) e ne ha incassati 20 (tutti dallo United, per Darmian), ringiovanendo la rosa e aspettando ancora il primo gol di Belotti, finora rimasto all'ombra di Quagliarella, autore di quattro delle nove reti che fanno dell'attacco granata il secondo più prolifico del torneo.
Manco a dirlo, forte del 5-0 rifilato alla Lazio, la squadra che ha segnato più gol finora (10) è stato proprio il Napoli. Sarri ha così messo un paio di picchetti belli solidi alla sua panchina, il (poco) pubblico del San Paolo si è scaldato e adesso si pensa in grande: i soli 13mila paganti visti contro il Bruges e i 18mila del campionato (abbonati compresi) si moltiplicheranno in fretta e peraltro sabato sera sotto il Vesuvio è attesa niente meno che la Juventus: ammesso che Hamsik e compagni non facciano scherzi contro il Carpi, potrebbe essere quello il match della piena consapevolezza di sé. Intanto, Higuain pare tornato lui (4 reti finora), Hamsik pure e il 4-3-3 piace perché ha regalato equilibrio alla squadra, esaltato la vena del Pipita e i colpi di genio di Insigne.
I rimanenti punti interrogativi riguardano la fase difensiva, da anni il vero punto debole della squadra: se però Koulibaly e
Jorginho saranno quelli visti contro la Lazio, altre buone nuove arriveranno per la gioia di De Laurentiis. Il quale, visto andare (letteralmente) in fumo il proprio yacht, si è però goduto lo stesso una bella domenica sera.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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