Vettel suona la Settima e si ribella alla F1

È nata una stella. Ci sono voluti sette anni, 118 gran premi, 37 vittorie, 7 di fila (record di Schumi eguagliato), 11 quest'anno e 4 titoli consecutivi perché nascesse una stella. Si sa. I crucchi non brillano per elasticità e Seb Vettel si è preso il suo tempo. Però adesso brilla. Ad Abu Dhabi, nel fintume cosmico del Gp finto della F1 finta in mezzo al deserto vero, non erano i botti voluti dagli Emiri a illuminare la notte ma le ciambelle fumanti regalate da Vettel dopo l'ennesimo trionfo. Ciambelle ribelli perché sette giorni prima in India si era beccato un mini processo lampo e 25mila euro di multa per aver fatto girare su stessa la sua Rb9 «ma stavolta l'ho fatto a bordo pista per cui non possono farmi niente» dirà. Grande Seb. Quest'anno aveva due obiettivi: rivincere il titolo e ricacciare in gola a tanti pirla i fischi rimediati su molti podi. C'è riuscito. La verità è che il rigido tedesco è una simpatica canaglia, un pianificatore, un figlio di... Ed eccolo dunque non fermarsi più. Via radio fa il verso a Raikkonen che proprio ad Abu Dhabi, lo scorso anno, aveva detto al team «leave me alone, lasciatemi solo, non rompetemi le scatole», urlando «I know what I'm doing, so quel che faccio» in risposta al muretto che lo avvisava di andare troppo veloce e che non ce n'era bisogno, prefigurandogli chissà quali scenari disastrosi se avesse proseguito così. Poi sul palco il dedicone di Seb alla famiglia: «Spero un giorno, quando sarò padre, di saper trasferire ai miei figli gli insegnamenti di mio padre e mia madre... gli voglio tantissimo bene». Un grande. D'ora in poi chi proverà a fischiarlo rischierà il linciaggio.
Questo il vero e unico show della gara regalato dal dominatore del Gp che al via ha subito bruciato Webber complice, ma dai?, l'ennesimo problema al kers di Mark. Accenni di show li hanno regalati Massa e Alonso. Felipe al giro 26 quando ha passato di brutto e di bellezza Hamilton e Sutil strappando al suo ingegnere, Rob Smedley, un significativo «How sweet, I like that», mi piace, che dolce vedere...; e Fernando dopo il secondo pit, a 10 giri dalla conclusione, rientrando in pista su gomme morbide (inutilmente buona la strategia Ferrari), per cui più veloce di tutti (segnerà 4 inutili giri veloci di fila mentre Vettel gli sta davanti di 70'' su gomme medie). Un rientro show quello di Alonso, sul cordolo per passare Vergne, per cui fuori pista, per cui finito sotto investigazione, per cui perdonato in quanto lo spagnolo era oltre ma il francese non lo aveva visto, per cui botta sulla schiena e 25 G addosso, per cui - come di prassi - controllino in ospedale. Dirà Fernando: «Più di quinto impossibile fare, abbiamo limitato i danni»; e dirà Felipe: «Ho fatto una bellissima gara, ma il problema è stato al secondo pit... erano sbagliate le medie, meglio mettere le gomme soft». Per la verità il problema è stato anche il pit più lungo e, opplà, Alonso che poi gli è finito davanti per un pelo. Ma guarda un po'...
Con Rosberg 3°, la Ferrari lascia Abu Dhabi perdendo altri punti sulla Mercedes in chiave costruttori. Erano 4, sono 11. E ora dita incrociate. Raikkonen, partito ultimo per la penalizzazione per fondo irregolare (chissà quante altre volte?), ha percorso più o meno 500 metri quindi ko per toccata con la Caterham.

Fin qui minacciava di saltare le ultime due gare se la Lotus non lo avesse pagato (gli deve oltre 20 mln di euro). L'accordo pare in vista. Ma non se ne abbia: speriamo salti. Così il finale stagione lo corre Davide Valsecchi. È da 2 anni che non c'è un italiano in F1. Questa è un'altra delle molte vergogne.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica