Tutti lo aspettavano. Purtroppo anche il destino. Tutti già sognavano di rivedere Dominik Paris nel tempio della velocità e della vertigine, quella Kitzbuehel che, ormai, sembrava anche e soprattutto casa sua, con il poker di vittorie sulla Streif, che solo i grandissimi sanno conquistare. Quest'anno andrà diversamente: Domme si ferma. Domme si è infortunato.
Ieri Paris si è rotto il crociato anteriore del ginocchio destro, procurandosi anche una microfrattura alla testa del perone, durante un allenamento in superg. Era a Kirchberg con la squadra, un pugno di chilometri dalla mitica Streif, per cominciare a respirare l'atmosfera del trofeo Hahnenkamm, in calendario nel fine settimana. La dinamica è quella di una cronaca che tante star dello sci, purtroppo, condividono, ad un certo punto del loro percorso: «Sono scivolato su una curva e lo sci interno ha preso troppo sulla neve: ho capito di essermi rotto. Non c'è molto da aggiungere».
Stile Paris. Stile metal: la diagnosi conferma. Ora un po' di riposo, poi altri consulti per decidere il recupero. I 30 anni li festeggerà da infortunato, ma tornerà. Più forte, certamente, quando, mancheranno pochi mesi all'appuntamento mondiale di Cortina 2021 e poi dai Giochi del 2022: lui vanta già due medaglie iridate, l'oro in superg del 2019 e l'argento in discesa nel 2013. Coi Giochi, invece, ha un conto in sospeso dopo il quarto posto in discesa nel 2018.
Questo 2020 bisesto e senza grandi eventi poteva, però, essere ciò che non sarà: Paris occupava il quarto posto provvisorio nella classifica generale. Aveva iniziato la stagione con due secondi posti a Lake Louise, a Beaver Creek solo una top 15, quindi il quinto posto in Val Gardena per capire che, ormai, anche le piste più scorrevoli erano diventate la sua cup of tea, esattamente come i budelli di ghiaccio ripido. La doppietta a Bormio, dove in totale ha vinto sei volte, e l'ultimo podio di Wengen non facevano che confermare l'idea che, con il ritiro di Marcel Hirscher, anche i discesisti come lui potessero tonare a sognare in grande, in overall. Per Paris, in ogni caso, erano soprattutto le coppette di discesa e superg ad essere alla portata. Paris ha già vinto lo scorso anno quella di superg, ma curiosamente le sue 18 vittorie, con altri 19 podi, sono sbilanciate verso la discesa. Segno che Domme le poteva vincere entrambe, ingaggiando sublimi duelli con Beat Feuz, wunderteam e norvegesi.
Da ragazzo prodigio
e rocker della val d'Ultimo, Paris aveva confermato ogni più rosea previsione, diventando uomo, papà e campionissimo. Ora lo aspetta la prova delle prove: saper attendere e tornare a vincere. Forza Paris, forza campione.
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