Per una volta la Spagna siamo stati noi

di Franco Ordine

P er una sera la Spagna siamo stati noi. Questo è un piccolo capolavoro, questa è l'occasione per ricacciare indietro la durissima sconfitta di Kiev vecchia di 4 anni, questa è la dimostrazione plastica che anche con una Nazionale di talento ridottissimo è possibile allestire uno spettacolo di cui andare fieri e spazzare via quel che resta dell'armata spagnola ormai giunta ai titoli di coda. Fine del ciclo hanno chiosato i colleghi di Madrid. È proprio così. Poche volte un successo così rotondo e luccicante, persino più netto del 2 a 0 conclusivo, è la somma di una serie di incredibili risultati. Eccoli qui citati in sequenza: 1) l'Italia è già tra le prime otto reginette d'Europa, un traguardo inimmaginabile solo qualche settimana prima; 2) la difesa dei bastardi per la gloria ha chiamato alla ribalta un altro dei suoi componenti, quello strepitoso fuoriclasse di nome Gianluigi e di cognome Buffon che ha protetto l'1 a 0; 3) il ct ha perso, per la prossima sfida al cospetto dei tedeschi, soltanto Thiago Motta, segno che nemmeno il carico di gialli ha mai frenato o condizionato la resa dei più; 4) non è stata solo la classica Italia del mordi e fuggi in contropiede, no, ha preso possesso del gioco e del campo per comandare in lungo e in largo i professori del possesso palla fino a quando le forze hanno sostenuto i più, Parolo e Giaccherini a centrocampo, Eder e Pellè davanti, mentre Bonucci e gli altri marines hanno tenuto botta fino al 95'. Ispirato Antonio Conte, l'autentico inventore di questo capolavoro, anche nei cambi che hanno garantito tenuta stagna al centrocampo (Thiago al posto di De Rossi conciato) e poi nel finale quella giocata fantastica di Insigne (apertura per Darmian e stoccata sotto porta di Pellè).

E pazienza se, specie nella prima parte del pomeriggio a Saint Denis, su Iniesta ha addirittura scovato dalla cassapanca la marcatura a uomo destinata al genio spagnolo, sì proprio lui, Andres Iniesta che ha dovuto cambiare pista, passando a destra, per guadagnare qualche metro di libertà, qualche dribbling favorevole. Adesso c'è la Germania sabato sera a Bordeaux: fondamentale recuperare un po' di forze.

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