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Vuelta 11: tappa: Presentazione percorso e altimetria

Archiviata la cronometro, si torna a salire. Al Santuario de San Miguel de Aralar c'è il terzo arrivo in quota della Vuelta, preceduto da un'altra ascesa di terza categoria. I big, dunque, sono chiamati ad un nuovo scontro in una tappa difficile

Vuelta: 11° tappa e si torna a salire
Vuelta: 11° tappa e si torna a salire

La Vuelta raggiunge il nord della Spagna, toccando la Navarra. Si parte da Pamplona, città natia di uno dei più grandi fuoriclasse del ciclismo spagnolo: Miguel Indurain, per un quinquennio re incontrastato delle cronometro e del Tour de France. Il campione navarro, curiosamente, non ha mai vinto la corsa di casa, centrando un solo podio in otto partecipazioni. Come da abitudini consolidate in questi dieci giorni di gara, l'avvio è semplice e presenta solo due brevi salitelle nei primi 45 chilometri, giusto per scaldare i muscoli delle gambe. I più intraprendenti potrebbero sfruttarli per lanciare la fuga di giornata. Al km 59, località Tafalla, il primo sprint intermedio. Per altri 40 km circa la corsa non ha molto da dire.

Dopo il rifornimento, ad Estella i corridori troveranno il secondo sprint intermedio, e subito dopo la strada comincerà a salire su un breve dentello, al termine del quale avrà inizio il primo Gpm. Il Puerto de Lizarraga è un'ascesa di 3° categoria sostanzialmente facile, anche perché verrà affrontata passando dal versante più agevole. La lunghezza è ingannevole: 18 chilometri totali, in realtà quelli di vera salita sono solamente tre. La prima parte è una lunghissima introduzione la cui pendenza va ad addolcirsi man mano che ci si arrampica, fino a trovare persino un brevissimo tratto di discesa. Superata questa parte, si raggiungono i chilometri più difficili: troppo pochi per fare selezione.

La discesa, anch'essa irregolare come la salita, si esaurirà a Echarri-Aranaz, dove comincia un tratto pianeggiante di circa 15 km quanto mai sfavorevole ad eventuali uomini in fuga. I big, poi, potranno ancora fare affidamento su un buon numero di gregari, che non saranno certo stati fiaccati dalle asperità precedenti. Al km 143 ha inizio l'Alto de San Miguel de Aralar, 10 km in tutto che conducono al Santuario. Si tratta di una salita infida, non facile, che potrebbe tagliare le gambe a chi già le sente pesanti. Si sale lungo un sentiero di cemento che tocca subito l'8% di pendenza e si indurisce dopo qualche chilometro raggiungendo l'11%. Poi, quasi a voler concedere un attimo di respiro, si attesta nuovamente intorno all'8-9%.

È, però, una salita irregolare, con diversi cambi di pendenza e rampe che si impennano. Pochi tornanti, si va quasi sempre dritti su un versante dove i punti di riferimento si contano sulle dita di una mano. Intorno a metà ascesa le pendenze si addolciscono di nuovo, salvo tornare ad inasprirsi più di prima, fino a toccare il 14% a meno di due chilometri dalla vetta. Il momento è giusto per sferrare l'attacco, poiché solo in cima la strada ritroverà pendenze più umane e percorribili, intorno al 5%. Salita dura, vera, ben più selettiva di Valdelinares, che comunque un po' di scompiglio l'ha creato.

Sui lastroni di cemento del San Miguel de Aralar si può fare la differenza, e la salita può dividere chi è in grado di lottare per la vittoria finale da coloro che, invece, dovranno accantonare i sogni di gloria.

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