Perdi e perdi, anche il tifoso può stancarsi. L'involuzione tecnica e statistica di Inter e Milan è sotto gli occhi di tutti. Dopo 10 giornate di campionato gli Inzaghi-boys sono settimi in classifica, al pari dell'Udinese. Nona la squadra di Mazzarri. Addirittura peggio del posizionamento finale dello scorso anno: un quinto e un ottavo posto, che avevano fatto sprofondare la Milano del calcio nel risultato peggiore da 13 anni a questa parte (stagione 2000-01). Il cambio di timone sulla panchina rossonera e il nuovo progetto asiatica nella società nerazzurra, in estate, avevano indotto i più ottimisti a prospettare una possibile rinascita delle milanesi. Invece niente, un mezzo disastro. La Milano della Serie A è decisamente dietro Genova, Roma e Torino. E anche i sostenitori di Inter e Milan pare l'abbiano afferrato e accettato. I 28.272 spettatori (di cui 19.405 abbonati) censiti domenica sera per Milan-Palermo rappresentano il dato peggiore per il club di Berlusconi da Milan-Cagliari del 26 settembre 2012 (28.005). Un calo continuo, quello degli ultimi anni. San Siro, ormai regolarmente mezzo vuoto, registra i grandi incassi solo nei big match. I quasi 80 mila spettatori di Milan-Juventus della terza giornata, infatti, erano dovuti principalmente al grande afflusso bianconero nel capoluogo lombardo.
Discorso analogo per la sponda nerazzurra del Naviglio: 28.057 spettatori nell'ultima gara interna contro la Samp, il dato peggiore della gestione Thohir. L'Inter non scendeva sotto i 30 mila spettatori casalinghi dallo 0-3 col Bologna del 17 febbraio 2012, due anni e mezzo fa. Il tutto a testimoniare un'evidente disaffezione del popolo milanese per le proprie squadre. Osservare dal vivo gli errori degli Zapata o i falli dei Muntari è considerato deprimente persino dal più fanatico aficionado rossonero.
Constatare la pochezza tecnica dei Kuzmanovic o degli Obi è ritenuto quasi offensivo dal supporter nerazzurro. E così Inzaghi e Mazzarri, già sull'orlo della contestazione, non possono più contare sull'apporto significativo del proprio pubblico. Un ulteriore svantaggio, in una stagione che si preannuncia già tormentata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.