Spunta la pista bulgara: trasferte con la Regione per fare affari privati

È già stata chiamata la «pista bulgara», come quella dell’attentato a Papa Wojtyla. Qui le cose sono molto meno drammatiche: si tratta dei viaggi di Flavio Delbono nei Balcani mentre era vicepresidente della giunta regionale dell’Emilia-Romagna. Dal 2003 al 2008, il signor numero due di Vasco Errani è trasvolato a Sofia e dintorni la bellezza di 16 volte, in media tre spedizioni ogni anno. Beninteso: tutte missioni istituzionali, infarcite di formali incontri pubblici e privati con politici, imprenditori, emiliani trapiantati sulle rive del Mar Nero.
Questi non erano viaggi-vacanza, a differenza di quelli in Messico e a Santo Domingo in compagnia di Cinzia Cracchi, la segretaria-fidanzata di allora, dai quali è partita l’inchiesta che ha travolto il sindaco. Essi tuttavia suscitano qualche interrogativo: perché tanta attenzione per la Bulgaria, un Paese lontano che non primeggia nei rapporti istituzionali e commerciali con l’Italia e tantomeno con l’Emilia-Romagna? Quali speciali legami bisognava rafforzare con quell’angolo di Balcani? Come mai quelle missioni non duravano poche ore ma alcuni giorni? Ed era sempre necessaria la presenza proprio del vicepresidente? Non sarebbe bastato un assessore o un consigliere?
Ma queste trasferte nascondono un altro lato oscuro. Sono gli affari privati di Delbono in Bulgaria. Affari immobiliari, acquisto e vendita di case. Che l’allora vicepresidente della Regione curava proprio durante quelle missioni. Il sospetto che aleggiava da giorni viene ora confermato da Panorama, che ha ripercorso in Bulgaria alcuni degli spostamenti di Delbono. Egli è socio di una società immobiliare con sede a Sofia, la Bulfranz. Le quote di maggioranza sono intestate al commercialista bolognese Francesco Stagni, un personaggio molto noto per il suo passato di attivista del Movimento sociale e di Alleanza nazionale, partito con il quale ha rotto. Per un periodo Stagni fu anche revisore dei conti del Comune di Bologna quando era sindaco Walter Vitali.
Il settimanale della Mondadori ha ricostruito che la Bulfranz è stata costituita il 27 luglio 2006 con capitale sociale di 5.000 leva (il lev è la moneta bulgara), pari a circa 2.500 euro. Era una società individuale di Stagni. Pare sia stato Delbono a chiedere di diventarne socio. Il commercialista accettò. Ma per ratificare l’atto occorreva la presenza fisica di Delbono a Sofia. Ed ecco che una provvidenziale missione della Regione conduce il vice di Errani nella capitale bulgara proprio l’8 settembre, data prevista per la firma delle carte presso una commercialista bulgara. Il principale appuntamento istituzionale di Delbono era in calendario per il giorno 11, quando a Plovdiv venne ratificato un accordo di collaborazione bilaterale.
Il giochetto funzionò almeno un’altra volta, nel gennaio dell’anno successivo. Il giorno 15 fu approvato lo statuto della Bulfranz, il documento reca in calce la firma di Delbono. Il quale, fatalità, era di nuovo in trasferta in Bulgaria per conto della Regione. In quel caso doveva partecipare a un vertice alla presenza del premier Romano Prodi, previsto però il 17 gennaio, cioè 48 ore dopo aver sbrigato i suoi affari immobiliari. In questi anni, la società di Delbono e Stagni ha compiuto tre operazioni: due acquisti per un valore complessivo di 170mila euro e una vendita.
Le transazioni sono tutte regolari, fa sapere il sindaco dimissionario tramite l’avvocato Paolo Trombetti: registrate presso il catasto bulgaro e segnalate nella dichiarazione dei redditi italiana. «Il mio assistito ha fatto un investimento immobiliare suo personale e pagato le tasse», dice il legale. Anche Stagni ribadisce l’assoluta correttezza del suo operato e con qualche amico si è lamentato per essere stato trascinato in una vicenda nella quale non ha nulla da rimproverarsi. Sugli affari di Delbono in Bulgaria la procura di Bologna sta conducendo una serie di accertamenti, ma Stagni non è ancora stato sentito dal pm Morena Plazzi.
A Sofia vive da qualche anno Aurelio Donati, ex sindaco diessino di Minerbio, una località non lontana da Bologna, e grande amico di Delbono. Da tre anni Donati è responsabile del «desk Bulgaria» aperto nel 2003 dalla Regione Emilia-Romagna; la sua sede si trova presso lo «Sportello Italia» della nostra ambasciata.

Interpellato sull’attività di Delbono in Bulgaria, l’ufficio stampa della Regione ha dichiarato: «Per i nostri legali non è opportuno diffondere documenti che possono avere un rapporto con l’inchiesta in corso, per rispetto del lavoro della procura».
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