Lo «Stabat mater, straziante riflessione sulla morte

Domani sera l’opera di Pergolesi eseguita da due ensemble barocchi

Pietro Acquafredda

L’Accademia di Santa Cecilia ripropone il suo concerto di musiche devozionali per il «tempo di Quaresima», che l’anno scorso saltò, coincidendo esso con il giorno del funerale di papa Giovanni Paolo II. Ma anche lontano da quell’evento luttuoso, il programma del concerto invita a una riflessione sul tema della morte; come evitarla, ascoltando la sequenza attribuita a Jacopone da Todi, Stabat mater dolorosa, nella celebre e sentita versione musicale di Pergolesi? E prima, ascoltando le altre musiche legate alla devozione popolare per la Vergine «addolorata», scovate in archivi religiosi del meridione d’Italia, specie quelle che accompagnavano le processioni dei cosiddetti «Misteri» durante la Settimana Santa?
Le propongono due ensemble vocali e strumentali francesi, dai nomi pittoreschi: Le Poème Harmonique e Les Pages & Les Chantres de la Chapelle, che suppongono anche nel musicologo un bel po’ di dottrina. Ma la moda dei nomi pittoreschi per gli ensemble barocchi ha radici antiche.
Quando si diffuse la musica barocca in tutta Europa - una moda vera e propria, fra gli anni Sessanta e Settanta del secolo passato - i complessi di fresca formazione recavano nomi abbastanza composti e comprensibili. Alcuni, tuttora attivi, facevano allusione ai nomi dei loro fondatori: Clemencic Consort, Deller Consort; oppure Hilliard Ensemble o questo e quel Collegium Musicum, che rimandavano a quei complessi vocali e strumentali, di nome similare, attivi già all’epoca di Bach. Altrettanta sobrietà anche in Italia: I Solisti Veneti, I Musici ecc...
L’ondata successiva colse a volo l’idea di intitolare alcuni complessi, rubando nomi a trattati musicali d’epoca oppure ad analoghi gruppi strumentali e vocali antichi, in Italia e all’estero. Solo alcuni, per renderci conto del fenomeno: L’Arte dell’Arco, Europa galante, Les Violons du roi, Hespérion XX, Il Giardino Armonico, Concerto Italiano. Se ne mutuarono anche di più suggestivi, per i quali la comprensione del nome meritava oltre che riflessione qualche conoscenza storico-geografica: I Sonatori della Gioiosa Marca (il riferimento è alla Marca Trevigiana), oppure la Cappella della Pietà dei Turchini (il nome della celebre chiesa napoletana e dell’omonimo conservatorio) per l’Italia; in Francia Les Arts Florissants e via dicendo. Altri, infine, adottarono nomi la cui comprensione imponeva un’esegesi.

Un paio di esempi: l’Orchestre Révolutionnaire et Romantique o La Grande Ecurie et la Chambre du Roi che sottolineavano anche la tendenza al titolo chilometrico.
Auditorium. Sala Sinopoli. Domani, ore 21. Musiche di Pergolesi. Biglietti da 14 a 26 euro.

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