Politica

La stampa tedesca accusa: «Roma chiude un occhio sulla regìa di Siria e Iran»

«Die Welt» e «Faz»: «Mentre il nostro ministro ha cancellato la visita a Damasco, quello italiano era con un esponente dei guerriglieri»

Salvo Mazzolini

da Berlino

Nei suoi sforzi diplomatici per una tregua tra Libano e Israele, la Germania si è posta un limite preciso: nessuna indulgenza verso Siria e Iran per il loro appoggio alle milizie di hezbollah. E una prova di quanto sia ferma la posizione di Berlino nel condannare chi incoraggia il braccio armato di hezbollah, è giunta dallo stesso ministro degli Esteri Steinmeier che due ore prima della partenza, d’accordo con Angela Merkel, ha annullato la sua visita a Damasco dove doveva incontrare il Presidente siriano Assad. Motivo: in un discorso alla vigilia della visita Al-Assad ha detto che la Siria «è orgogliosa di aiutare hezbollah nella sua lotta contro Israele». «È una linea che per noi preclude qualsiasi possibilità di dialogo», ha spiegato Steinmeier.
Sul piano diplomatico un vero e proprio schiaffo che contiene un duplice messaggio. Uno esplicito rivolto ai siriani: se Damasco vuole uscire dall’isolamento internazionale deve collaborare agli sforzi per la pace e gli sforzi per la pace sono inconciliabili con il sostegno ad un movimento che si batte per la distruzione di Israele. Ma il messaggio, in maniera indiretta, è rivolto anche quei governi dell’Unione europea che nella febbrile attività diplomatica delle ultime settimane hanno avuto toni quasi concilianti nei confronti di Siria e Iran ponendo in secondo piano il fatto che la linea di hezbollah viene decisa a Damasco e Theran.
Per ragioni di opportunità diplomatica, nelle dichiarazioni dei governanti tedeschi non ci sono riferimenti diretti ai governi europei allontanatisi dalla linea di ferma condanna ai sostenitori di hezbollah ma ci sono nei commenti dei grandi giornali che non mancano di sottolineare la diversità di approccio tra Berlino da una parte e Roma e Parigi dall’altra. La frase di D’Alema, secondo la quale sarebbe stata eccessiva la reazione israeliana ai missili di hezbollah, pronunciata all’inizio dei combattimenti e ripetuta durante la sua visita a Beirut, è stata commentata negativamente dal Die Welt: «Forse il ministro degli Esteri italiano ha sottovalutato quanto sia pericoloso per Israele il fatto che hezbollah possa bombardare Haifa». E sulla diversità di approccio tra i partner europei, il Frankfurter Allgemeine Zeitung si domanda «se la diminuita pressione di alcuni governi europei sugli sponsor di hezbollah non finisca per innescare nuovi pericoli nel conflitto medio-orientale». «Chiudere un occhio davanti al ruolo fin qui svolto da Damasco e Teheran significa evitare di affrontare il nocciolo del problema».
Ma il contrasto tra Roma e Berlino appare evidente se si confronta la visita di D’Alema a Beirut e la mancata visita del suo omologo tedesco a Damasco. A Beirut D’Alema si è recato nei quartieri distrutti in compagnia di un dirigente di hezbollah. Nelle stesse ore Steinmeier si trovava ad Amman in procinto per volare nella capitale siriana. All’aeroporto gli viene portato il testo del discorso di Assad. Quando legge la frase «siamo orgogliosi di appoggiare hezbollah» telefona al suo collega siriano Muallim per comunicargli che per protesta la visita è cancellata. Il testo della conversazione è riportato dai giornali tedeschi. Il siriano cerca di minimizzare dicendo che il discorso era solo per uso interno. «Non è vero - risponde Steinmeier - il discorso è stato trasmesso in diretta dalla Cnn con il permesso delle autorità siriane». A questo punto il siriano chiede che nell’annuncio alla stampa Berlino ometta il nome di Assad. Risposta di Steinmeier: «Lei scherza».

Fine della conversazione.

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