Stangata da 4,5 miliardi: via all’aumento delle tasse

La manovra limita i trasferimenti dallo Stato ma lascia libertà di pressione fiscale vincolata al patto di stabilità interno

Gian Maria De Francesco

da Roma

La Finanziaria di Padoa-Schioppa e Visco è riuscita nel difficile compito di scontentare contemporaneamente governatori, presidenti delle Province e sindaci. Nonostante l’austerity predicata da Palazzo Chigi sia soltanto virtuale giacché i minori trasferimenti statali saranno compensati dai maggiori tributi locali.
Il problema è più ideologico che sostanziale. Le leggi di bilancio varate dal centrodestra, come l’ultima firmata da Giulio Tremonti, stabilivano progressive riduzioni per la spesa degli enti locali obbligandoli a una razionalizzazione delle uscite. La Finanziaria 2007 agisce su un altro versante: limitando i trasferimenti ma lasciando contestualmente libertà impositiva, ovvero costringendo gli amministratori all’impopolarità. Per recuperare oltre 4,5 miliardi.
Consideriamo il caso Irpef: a partire dal 2008 i Comuni ne beneficeranno in misura del 2% vedendo ridotte di pari importo le dotazioni da parte del Tesoro. La spesa, tuttavia, sarà vincolata dal patto di stabilità interno a un tetto di incremento del 2,6% nel 2007, del 5,4% l’anno successivo e del 6,9% nel 2009. Eventuali sforamenti dovranno essere compensati o con aumenti dell’addizionale comunale Irpef o dell’imposta provinciale di trascrizione. Al momento si può solamente ipotizzare che in futuro le ragionerie locali cercheranno di «ammorbidire» i dati relativi alle entrate per evitare una decurtazione dei trasferimenti.
Coloro che non riusciranno a fare di necessità virtù potranno sempre aggrapparsi alla tassa di soggiorno (per massimi 5 euro a notte per persona) per il recupero dei centri storici e la manutenzione urbana. Allo stesso modo, i Comuni potranno costruire nuove infrastrutture facendo ricorso alla tassa di scopo per la realizzazione di opere pubbliche. Infine, per gli enti locali ci sarà sempre la possibilità di aumentare fino allo 0,8% l’aliquota di compartecipazione all’addizionale Irpef. Le città potranno inoltre usare la leva dell’Ici e della tassa sui rifiuti solidi urbani. Le Province, invece, si dovranno adeguare. Per le Regioni, invece, il meccanismo sul quale intervenire è quello della sanità: Irap e ticket saranno i mezzi per ripianare i deficit dell’assistenza.
Un circolo vizioso fondato sulle tasse al quale sembra difficile sottrarsi. Certo, la Finanziaria 2007 cerca di moralizzare i costumi obbligando gli enti in dissesto a non procedere ad assunzioni e a monitorare l’impiego e la retribuzione dei dipendenti.

Idem, per le società controllate da Comuni, Province e Regioni. Ma anche qui c’è un però: la Commissione tecnica per il coordinamento dei rapporti fra Stato e autonomie locali costerà 500mila euro all’anno. Chi paga? Il contribuente.

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