la stanza di Mario CerviDopo la fuga dei cervelli, avremo la fuga dei pensionati?

C'è ancora una via di fuga, è proprio il caso di dirlo, per milioni di italiani pensionati, e non solo loro, sempre più in difficoltà per colpa dello Stato. Prima, infatti, di finire a rovistare fra i rifiuti o in fila alla Caritas, costoro farebbero bene a tener presente, e di ciò andrebbero informati, la possibilità di raccattare quel po' che hanno e di trasferirsi a vivere in posti caldi come Costarica o Santo Domingo dove, certamente lontani dagli affetti più cari e dai luoghi abituali, le loro sempre più magre pensioni subirebbero un incremento del potere d'acquisto tale da consentire loro una vita normale se non addirittura agiata.
Caserta

Caro Scorciarini Coppola, la sua idea - pensioni italiane per pensionati che vivono in terre lontane - non è nuova ma è di sicuro affascinante. Infatti la propone, seppure in altri termini, anche il lettore Albino Pillon. La fuga dall'Italia che con il suo euro ultraforte fa soffrire le pene dell'inferno, e il trasferimento in Paesi dove, proprio perché ultraforte, l'euro ha un cambio molto favorevole è una soluzione. Potremmo addirittura dire che è la soluzione. Una modesta pensione italiana che in patria non consente di vivere - e costringe magari a raccattare i rifiuti dei mercati - acquisisce un valore straordinario se ci si allontana d'alcune migliaia di chilometri. So che la soluzione - proprio finale perché gli anziani che traslocano in Costarica o a Santo Domingo si propongono d'invecchiarci e di morirci - comporta sofferenze, tristezze e incertezze che lei, Scorciarini Coppola, ha bene descritto. Comporta inoltre difficoltà gravi in caso di malattia.

Non è che tutti i pensionati vogliano e possano permettersi un esilio che li allontana dagli affetti più cari, ma che li avvicina alla dignità economica d'una esistenza degna di essere vissuta. A proposito: sa che mi ha dato un'idea?

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