la stanza di Mario CerviLa Fiat? Cammini con le proprie ruote, ma noi aiutiamola un po'

Il giovane Elkann è stato mandato in missione a Roma dalle alte sfere Fiat con il compito di ringraziare il Sig. Napolitano per tutto ciò che ha fatto in favore della fabbrica italiana (italiana si fa per dire). Se non ci fosse stato ancora una volta l'intervento del governo, e chissà per quanto ancora nei prossimi anni, la Fiat sarebbe sparita. È stato anche omaggiato, il Sig. Napolitano, di un modellino di 500, così da oggi potrà giocare con i nipotini, speriamo che almeno questa «macchinina» sia stata costruita in Italia. Nello stesso giorno altri due imprenditori si sono suicidati. Non costruivano «macchinine» e non hanno mai avuto aiuti a fondo perduto, facilitazioni in tutto e per tutto. Hanno visto vanificati i sacrifici di una vita di lavoro, sono stati umiliati dal sistema politico indecente italiano e non hanno retto. Ma questo è meno importante delle «macchinine».
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Credo che la visita del presidente della Fiat al presidente della Repubblica appartenesse al galateo ufficiale delle istituzioni. Credo egualmente che Giorgio Napolitano non abbia esercitato influenza rilevante sui destini dell'industria automobilistica italiana. Non ho mai apprezzato certa sudditanza politica ed economica agli interessi d'una grande azienda i cui gestori erano propensi a pubblicizzare le perdite e a privatizzare i guadagni. Ritengo tuttavia che la Fiat sia importante per il Paese, che al Paese Marchionne abbia reso un buon servigio facendola sopravvivere, sia pure a costo della fusione con la Chrysler. Dobbiamo augurarci che la Fiat cammini con le proprie ruote, senza attingere a fondi pubblici. Perché possa farlo è necessario che venda le sue automobili, sulla cui qualità attuale non mi pare siano sollevati forti dubbi. Ma basta guardarsi intorno in strada: tanti, troppi italiani hanno disertato le macchine italiane. Nulla da eccepire dal punto di vista commerciale, è passata l'epoca dei protezionismi.

Mi piacerebbe tuttavia che gli italiani - pronti magari a declamare l'amor di Patria fino al sacrificio supremo - compissero quel modesto e incruento gesto di patriottismo consistente nell'acquisto di un'auto con marchio nazionale. Va bene entusiasmarsi per la Ferrari, simbolo di progresso e capacità. Va ancora meglio, a mio avviso, viaggiare italiano.

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