In questo mondo in crisi, ci sono lavori in bianco. Lavori che offrono posti, soldi e gratificazioni professionali e che vengono troppo spesso snobbati. Sebbene la crisi morda, c'è chi continua a preferire il posto fisso o il lavoro per cui non ci si sporcano le mani o lavori adeguati al titolo di studio che si ha in tasca. Gastronomi, estetiste, giardinieri, stuccatori, manutentori di computer eccetera, rischiando in proprio e sacrificandosi, si tolgono discrete soddisfazioni. E alimentano la lenta ripresa del mercato.
Bergamo
Caro Sìcari, la disoccupazione morde con ferocia, giovani e non giovani si macerano nella speranza d'avere una busta paga. Sarebbe stupido e indecente voler negare questa amara realtà. Ma ciò nonostante restano valide le sue considerazioni su un fenomeno che ostacola ogni ripresa economica: il mancato incontro fra le richieste e le offerte di lavoro. Il mercato, se vogliamo chiamarlo così, chiede tecnici specializzati a livello d'università ma anche a livello d'operaio. Anche o soprattutto, in quest'ultimo caso, per mansioni manuali. Ma la scuola sforna in gran numero i detentori d'un sapere vecchio, gli aspiranti a una sedia e a una scrivania burocratica. I compiti di passacarte superflui sono preferiti ai compiti d'un eccellente artigiano. La disoccupazione morde ma, l'ho già tante volte sottolineato, importiamo badanti e non le esportiamo, i mungitori sono, a quanto mi dicono, quasi tutti indiani, un corso per saldatori dopo il quale si ha il posto garantito va deserto, ma per diventare usciere statale c'è ressa.
Queste sono le cose che so e che ho scritto. Stanno cambiando? L'incontro tra la richiesta e l'offerta di lavoro migliora? Me lo auguro. Ma secondo me il cambiamento di mentalità è ancora insufficiente, ammesso che ci sia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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