Staudacher al momento giusto Fill e Blardone dallo psicologo

Le pagelle degli azzurri, visti dal ct Roda: «Rocca perdonato: ha salvato il dopo Tomba. La Fanchini non viva di rendita»

nostro inviato ad Åre

Da Bormio 2005 ad Are 2007, passando per lo zero di Torino olimpica, ci sono sempre tre sciatori italiani sul podio iridato, solo che in Valtellina le medaglie furono quattro, ma nessuna d’oro: due argenti (Elena Fanchini in discesa e Lucia Recchia in superG) e due bronzi (Giorgio Rocca terzo in slalom e in combinata). In Svezia invece, al titolo di Patrick Staudacher in superG sono seguiti il bronzo di Denise Karbon in gigante e l’argento di Manfred Moelgg in slalom. Questo il lato felice nel quale possiamo annoverare anche il 5° posto di Alberto Schieppati in gigante (podio a 16 centesimi) e null’altro perché l’Italia di Are non ha avuto mezze misure. Inutile cercare altri nei top 10, o sono saltati o sono ancora oltre. Lo sa bene anche il dt Flavio Roda che in sede di bilancio non si è nascosto.
10 STAUDACHER. Come tanti, ha scelto il momento giusto per vincere la prima volta. SuperG perfetto in condizioni ambientali uguali per tutti. Ha detto Roda: «Il settore velocità sta emergendo come squadra e non come singolo, filo conduttore per tanto tempo, prima Mair, poi Ghedina ma dietro?».
4 FILL. È stata una delle grandi delusioni azzurre. «È andato in palla dopo la prima prova di discesa», ricorda il tecnico. Era da podio in discesa, superG e combinata, ha concluso lontano (11°, 14° e 13°) fino a lasciare la Svezia in anticipo per concentrarsi sul finale di coppa (è quinto assoluto e terzo nelle coppette della velocità). A 25 anni ancora da compiere, ha il futuro ancora da scrivere, basta non se la prenda comoda. Svindal, due ori (discesa e gigante) e la coppa prenotata, è nato un mese dopo...
9 MANFRED MOELGG. Uno slalom sciato alla grande dopo aver rischiato di non sciarlo per nulla per il mal di schiena. Con la sorella Manuela, forma la coppia più bella del circo bianco. Lavorano per diventare anche quella più brava. Pesa su entrambi l’incognita salute.
5,5 ROCCA. Media tra il 6 per essere partito in slalom con una gamba sola e il 5 per la gestione della conferenza d’addio (alla stagione), convocata senza attendere la fine della gara di Moelgg. Ha detto Roda: «Giorgio ha traghettato lo sci azzurro dopo il ritiro di Tomba, lo ha portato fuori dall’“oltretomba”. Se gode di qualche privilegio, è per questo».
8 KARBON. Dal 12° al terzo posto in gigante dopo due anni di buio per infortunio. Denise, con il carattere, ha ritrovato la classe naturale che è in lei. Le sorelle Fanchini dovrebbero prenderla a esempio.
4 ELENA FANCHINI. Roda severissimo: «Podio a Bormio e poi vittoria in coppa, vero. Ma deve capire che agli inizi tutto sembra facile, invece arriva il momento che bisogna diventare atlete e lavorare. Ha i piedi buoni, ma a nemmeno 22 anni non può pensare di vivere di rendita».
5 NADIA FANCHINI. L’ha condizionata la caduta nella prima prova di discesa (casco rotto!) e un’aritmia che la costringe a rifare di continuo l’idoneità all’agonismo. Deve maturare tatticamente, oltre a mettersi a dieta.
4 BLARDONE. «Avrei giurato sulla sua medaglia in gigante: è il più forte al mondo dopo Raich, ma neanche stavolta ha raccolto». Poi il dt annuncerà l’ingaggio di uno psicologo, indicato dal professor Giuseppe Vercelli, per aiutare quegli atleti che lo chiederanno. La crescita di Staudacher, ad esempio, è dovuta anche al lavoro con il suo.
5 PUTZER. Prima in gigante a Cortina e lenta in Svezia, ha sbagliato approccio alla gara («Mi ha detto di non averci capito nulla», ha ricordato Roda). Deve fare i conti con i postumi dell’operazione all’anca.
4 COSTAZZA. Come il miglior piazzamento in carriera. Dopo aver sciato in slalom con il freno tirato, ha dato la colpa ai tecnici che non l’hanno portata qualche giorno prima in Svezia. Il ct ha avuto la risposta pronta: «Sul suo stesso aereo c’era anche il francese Grange, terzo...».
10 (e lode) RODA. Non sarà il dietologo giusto per le Fanchini, ma ha gestito lo sci italiano in un anno dove i guai federali hanno di gran lunga superato i soldi.
16 SCHIEPPATI. Come i centesimi che lo hanno separato dal bronzo. Ha perso come tutti quelli dal quarto posto in giù, ma lo spirito mondiale c’era.
104 Appartamento. Quello di Staudacher. Via lui, Moelgg ha chiesto lo stesso letto di Patrick. Un po’ di scaramanzia non guasta mai.
22 Italia.

Undici uomini e undici donne: in vista di Vancouver olimpica, Roda chiederà al Coni di creare una sorta di supergruppo che abbia tutto e subito «senza aspettare le elezioni del nuovo presidente e chissà cos’altro. Il futuro deve iniziare il 19 marzo, archiviata la coppa, e non con comodo a giugno».

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