Stefania Craxi: "Troppi franchi tiratori nel Pdl. E' ora che Silvio faccia pulizia"

Roma «Mi è venuto in mente Malaparte che scriveva: “O Mussolini faccia dura quando ti metti a far buriana?”. Berlusconi non è Mussolini, ma ha l’autorità per mettere le cose a posto». Stefania Craxi, sottosegretario agli Esteri, è molto insoddisfatta dell’andazzo del Pdl. E non ne fa mistero. «Comincio dal Parlamento: può una maggioranza di più di 60 voti farsi battere un giorno sì e l’altro pure? Che fa il capogruppo?».
Non è solo colpa dei presidenti dei gruppi.
«Si tratta di deputati non eletti, ma nominati. Di cosa parliamo?».
Lei è critica anche sulle candidature alle Regionali.
«Non c’è governatore che risponda al cliché indicato da Berlusconi. La società civile è assente. L’esclusione della lista a Roma è la ciliegina finale. Polverini è brava, ma se il suo entourage è quello che s’è visto, c’è da farsi il segno della croce».
Come si evitano gli incidenti accaduti in Campania?
«Le liste non sono i magistrati a doverle fare, ma trovo ingiusto che Caldoro debba denunciare l’inclusione di un pregiudicato. È possibile non riuscire a difendersi da personaggi con la fedina penale sporca?».
Converrà che i problemi politici nascono dal fuoco incrociato di magistratura e media ostili.
«Le inchieste hanno prodotto un calo impressionante della fiducia nel governo. Ora è solo un mare di fango su persone di cui si deve presumere l’innocenza, a partire da Bertolaso».
Possibili rimedi?
«Cosa aspettiamo ad approvare il ddl intercettazioni rimasto fermo per un anno? Cosa si aspetta a sostituire gli insulti ai magistrati con la riforma della giustizia? Andava fatta entro i primi cento giorni come avevamo promesso agli elettori».
Il partito finisce con il soffrirne.
«Si parla del dopo-Berlusconi e ci si prepara al dopo-Berlusconi. La colpa non è dei tre coordinatori. Cosa possono fare se uno dei leader dice: “Il Pdl non mi piace“? È come dire: “Non andate a votarlo!”. Se lo stesso leader sceglie come interlocutore privilegiato Massimo D’Alema... Così il Pdl sta morendo. Spero che almeno al “de Russie” si mangi bene».
Cosa si fa allora?
«Berlusconi nomini un suo vice alla presidenza e gli dia autorità e potere e le manovre spariranno. Altrimenti si rilegga il “Che fare?” dove Lenin propone di espellere i menscevichi dal partito e allearsi con loro. Fini si riprenda i suoi Bocchino e Granata: potrà gareggiare con Casini per fare il governo con Bersani e Di Pietro. Forza Italia sarà libera».
Non fallirebbe così il tentativo di cambiare la politica?
«In tutti i Paesi europei non ci sono sistemi bipartitici, ma bipolari. Quanto può resistere la barca del Pdl con i buchi che Fini fa quotidianamente? Dice di essere il cofondatore, ma è il vero affossatore».
Pensa come Galli della Loggia che il Pdl sia un fantasma?
«La situazione così non regge. Il Pdl sembra un marchio in franchising dove si entra e si esce senza chieder permesso».
Il «cupio dissolvi» finiano è più forte di tutto?
«Il cupio dissolvi sta paralizzando l’azione di governo ed è l’effetto più drammatico. Si corra ai ripari!».


E Granata che dialoga con i giustizialisti di «Micromega»?
«La carta dei valori del Pdl è quella di un partito libertario, liberale, popolare, moderato, riformista e garantista. Se si sentono giustizialisti, possono accomodarsi nell’Idv».

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