Stephen Stills: «Vi sorprenderà il mio disco con Jimi Hendrix»

Mentre esce il film con Crosby, Nash e Young il chitarrista in Italia dal primo ottobre

Difficile rinunciare alla febbre della strada quando si è una leggenda e ci si chiama Stephen Stills, uno che, tanto per dire, ha inventato il folk rock con i Buffalo Springfield, ha fatto cantare generazioni di hippie (e non solo) con Crosby Stills Nash & Young e non ha alcuna intenzione di appendere la chitarra al chiodo. Con Crosby e soci ha girato il docufilm Déjà vu - diretto da Neil Young - in uscita nelle nostre sale a fine mese, e da solo suonerà il Primo ottobre all’Auditorium di Roma, il 2 a trento e il 3 allo Smeraldo di Milano, in attesa di pubblicare il nuovo cd e le mitiche session con Jimi Hendrix.
Quarant’anni fa un tour contro la guerra in Vietnam, ora uno contro la guerra in Irak che è diventato un film: sempre in prima linea.
«La guerra non ha mai giustificazione e noi siamo sempre lì a ricordarlo alla gente».
Il tour ha avuto un seguito enorme ma in alcuni concerti siete stati contestati.
«Ognuno ha la sua opinione. Con le canzoni stimoliamo un dibattito, qualcuno dice che siamo dei vecchi hippie, è un’opinione legittima».
Com’è cambiata la vita on the road?
«Non è cambiata, siamo meno ingenui di un tempo ma abbiamo la stessa passione, e leghiamo brani classici come Teach Your Children ai nuovi».
In Chicago cantavate “possiamo cambiare il mondo”, com’è il bilancio oggi?
«Be’ la musica, il costume, il modo di vivere e di pensare l’abbiamo un po’ cambiato. Da parte mia abbiamo fatto più di ciò che mi aspettavo».
Si sente un sopravvissuto?
«No, sono sempre sul palco con tanta gente che mi segue e mi ama, e così sono Crosby, Nash e Young. Siamo un quartetto ma anche quattro solisti. Piuttosto sono un sopravvissuto al cancro. L’ho avuto alla prostata e l’ho sconfitto: la mia più bella vittoria».
Ed ora è pronto per il pubblico italiano.
«Sono in forma nonostante sia molto ingrassato. Suonerò in quartetto proponendo classici del periodo Buffalo Springfield, di Csny e i miei brani da Change Partners a quelli dell’ultimo cd. Un riassunto della mia carriera».
E dischi nuovi?
«Scrivo solo quando sono ispirato, non ho mai creduto nei dischi per forza. Però ho già pronte parecchie canzoni. I miei album devono essere all’altezza della produzione precedente, per questo ci metto un po’ a incidere, ma presto tornerò in sala di incisione».
Dal film avete fatto anche un cd dal vivo: troppo nostalgico?
«No, ci sono tanti brani nuovi, anche dall’ultimo disco di Neil. Si parla di Bush, dell’11 settembre, della vita di oggi. Va bene non dimenticare il passato, ma la nostalgia non è per noi, o almeno per me».
Si dice che presto uscirà il suo leggendario album, mai pubblicato, con Jimi Hendrix.
«C’è in giro qualche copia pirata, ma io penso che uscirà qualcosa entro l’anno.

Era il 1969 ed entrai in studio con Jimi e Johnny Winter, i re della chitarra, così mi misi al basso. So che c’è in giro parecchio materiale, anche un pezzo che avrebbe dovuto entrare nel mio primo album con un magnifico assolo di Jimi».

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