da Roma
Approvare subito la legge antidroga messa a punto da Gianfranco Fini. Il dramma del rampollo della famiglia Agnelli, Lapo Elkann, riporta in primo piano la polemica sul ddl di proposta governativa fortemente voluto dal ministro degli Esteri. Il progetto, che giace da tempo nelle secche di Palazzo Madama, ha suscitato feroci polemiche fin dal suo primo apparire per limpianto definito di stampo proibizionistico prima di tutto da parte dei radicali e della sinistra ma anche da alcuni esponenti allinterno della Casa delle libertà per lequiparazione tra droghe leggere e droghe pesanti.
In difesa del provvedimento ora torna alla carica in modo compatto Alleanza nazionale, capitanata dal ministro della Salute, Francesco Storace, convinto della necessità di approvare con urgenza il ddl. «Auspico lapprovazione della legge Fini - dice il ministro -. Il problema della cocaina, purtroppo, cè. Ed il paese deve sempre più erigere muri e barricate contro il dilagare degli stupefacenti. Drogarsi non è un diritto ma un delitto contro se stessi e contro la società».
Anche lex ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, osserva che «cocaina, eroina, ma anche altre droghe impropriamente definite leggere, distruggono menti e vite sia dei ricchi sia di coloro che hanno meno mezzi economici» e dunque «si colga questa opportunità per parlare della droga come di un veleno che distrugge la nostra società». Gasparri auspica che Lapo Elkann possa «diventare un simbolo della lotta alla droga» mentre «sotto il profilo politico, appare sempre più urgente lapprovazione di una nuova legge sulle tossicodipendenze». Lunica strada che rimane al governo per riuscire ad approvare il ddl entro questa legislature, conclude, è «porre la fiducia al Senato».
Il senatore Riccardo Pedrizzi, presidente della Consulta etico religiosa di An chiede di «ingaggiare una grande controffensiva di tipo culturale nei confronti del flagello della droga» e allo stesso tempo di varare subito «il ddl Fini antidroga e antispaccio: per lanciare un segnale netto e forte ai nostri ragazzi, dire loro che drogarsi, sballarsi non è lecito, non è legittimo, non è accettabile, non è un diritto».
Di segno opposto i commenti del segretario dei radicali italiani Daniele Capezzone che chiede una forte mobilitazione antiproibizionista. «Vorrei si aprisse il dibattito su un piano che cè ed è in corso avanzato di attuazione», dice Capezzone che punta il dito contro «il governo, e segnatamente il ministro Giovanardi» perchè «intende cavalcare anche i casi di cronaca recente per accelerare la sciagurata approvazione di alcuni articoli del ddl governativo sulla droga».
«Al di là delle chiacchiere e delle prediche - prosegue - la sostanza è che si chiuderebbero in carcere tutti coloro che venissero trovati anche con soltanto sette o otto spinelli». Unipotesi che Capezzone giudica «una follia che criminalizzerebbe milioni di persone, e peraltro senza alcuna concreta efficacia per contenere le attività delle narcomafie».
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