Storace: «Contro di me solo schizzi di fango»

Berlusconi: «Mi auguro che si accerti tutta la verità». Martedì il caso alla Camera

Marianna Bartoccelli

da Roma

Considera le accuse che arrivano dalla Procura di Milano «una calunnia grande come una casa» e si dice certo che si «sgonfieranno come una bolla di sapone». Francesco Storace ribalta le accuse contro di lui nella vicenda che ha portato a sedici arresti a seguito dell’indagine sullo spionaggio della campagna elettorale per le scorse elezioni regionali nel Lazio. Storace le definisce «schizzi di fango», «linciaggio pre-elettorale», «falsità», «demonizzazioni», «palate di sterco». E precisa che ancora «non esiste alcun dossier» che dimostri le accuse contro di lui.
Il ministro della Salute ha spiegato così i contatti con la Ssi durante l’ultima campagna elettorale: «L’agenzia investigativa di Pasqua ha soltanto fatto una bonifica per noi perché temevamo che ci spiassero in campagna elettorale. Poi Pasqua era un ragazzo di destra, per questo ci fidavamo. Mi ha meravigliato trovarlo tra le liste della Lega», ha detto Storace. Nessun riferimento ad Alessandra Mussolini, sua rivale durante l’ultima campagna elettorale per le regionali del Lazio e soprattutto nel contenzioso giudiziario per le presunte firme false a sostegno della lista Alternativa sociale. Da quei fatti sarebbe partita la vicenda delle intercettazioni. Storace ha fatto solo un fugace e allusivo accenno alla ex collega di partito: «Sempre sfortunato con la Mussolini? Non lo so, sarà la svolta».
Il ministro - all’epoca dei fatti era presidente della Regione Lazio - afferma di «non voler attaccare la magistratura, anche se alcune cose mi incuriosiscono», ma ci tiene a ribadire: «Non mi lascerò intimidire». Quindi, rilancia la «palla» politica sul campo della sinistra «che dovrebbe arrossire di vergogna per dichiarazioni che fanno schifo». E minaccia di trascinare in tribunale i giornalisti dei tre quotidiani Corriere della Sera, Repubblica, Stampa «per lo scandalo che, deontologicamente parlando, hanno creato». Accanto a Storace si schierano i vertici del suo partito. Per Gianfranco Fini si tratta di un tentativo per diffamarlo: «Montano un caso che non esiste» afferma il capo della Farnesina. Mentre Ignazio La Russa esprime «piena e totale solidarietà» in attesa della riunione dei capigruppo convocata dal presidente Casini per martedì prossimo, nella quale si dovrà rispondere alla richiesta dell’opposizione di riferire al Parlamento. Anche il premier Berlusconi ha espresso la sua vicinanza a Storace, manifestando anche la speranza che si concluda al più presto l'inchiesta della magistratura: «Si deve accertare la verità». Pareri totalmente opposti nel centrosinistra. «Storace si deve dimettere subito», sostiene Alfonso Pecoraro Scanio, presidente dei Verdi, che parla di situazione «gravissima» e accusa l’ex governatore del Lazio e attuale ministro per la Salute di non aiutare con i suoi «insulti» a «fare chiarezza» su un procedimento giudiziario. «Sulla notizia del presunto spionaggio politico messo in atto durante le regionali 2005 è bene che il governo faccia immediata chiarezza riferendone in Parlamento» sostiene il presidente di Italia dei valori Antonio Di Pietro.
«I fatti denunciati sono gravissimi e dalle prime indiscrezioni che si sono avute sulle indagini saremmo in presenza di una vera e propria organizzazione criminale che avrebbe fornito informazioni ottenute illegalmente in cambio di denaro» afferma Roberto Villetti della Rosa nel pugno.


Il presidente della Margherita Francesco Rutelli ricorda che «se venissero confermate le notizie che hanno portato agli ultimi clamorosi arresti saremmo oltre l’immaginazione. Siamo garantisti, ma non ci basta che il ministro alzi la voce».

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