La storia di Matteo nato da una donna in coma da due mesi

In reparto lo hanno subito definito il «miracolo di Natale». E in effetti la storia è di quelle da pelle d’oca, che lascia attoniti. Ieri mattina, poco dopo le 8, è nato Matteo, un chilo e 400 grammi di peso. A vederlo avvolto nella sua copertina, minuscolo, sembra un bimbo come gli altri e invece ha già alle spalle una lunga storia: la sua mamma, che ieri è deceduta, era in coma dall’inizio di novembre. Lui ce l’ha fatta lo stesso, è nato.
È accaduto all’ospedale Niguarda, dove una donna, in stato di morte cerebrale dalla ventunesima settimana di gestazione, ha comunque partorito con un cesareo. Lei, trentenne di origini cingalesi, è stata colpita da una meningite fulminante un paio di mesi fa e da allora non si è più svegliata. All’inizio si è pensato il peggio, anche per il bambino che portava in grembo. Si pensava che non riuscisse a sopravvivere con la mamma in quelle condizioni così disperate. Poi invece le speranze per il piccolo si sono riaccese e si è deciso di salvare almeno lui, di proseguire la gravidanza e di farlo nascere. Ora Matteo è in condizioni «discretamente stabili nella loro criticità», spiega l’ospedale in una nota: la prognosi è riservata, ma l’attività cardiaca è regolare. Il neonato «è in respiro spontaneo assistito con supporto respiratorio non invasivo» e non necessita di supplemento di ossigeno.
La madre era stata ricoverata all’ospedale San Paolo il 3 novembre scorso per una meningite fulminante, mentre era alla ventunesima settimana di gestazione. Poi è subentrato lo stato di morte cerebrale. La donna era poi stata trasferita al Niguarda il 14 dicembre. L’equipe medica che la seguiva, in accordo con la famiglia, aveva prefissato un obbiettivo: superare la ventinovesima settimana di gravidanza per garantire il minor numero di sofferenze fetali. Ieri mattina i medici hanno deciso l’intervento a seguito di un calo di pressione registrato dal corpo della mamma. Per la trentenne cingalese non c’è stato più nulla da fare, ma per il bimbo i medici sono sempre stati ottimisti. Dopo il parto, nel pomeriggio di ieri, terminato il periodo di osservazione, è stato dichiarato il decesso della mamma ed è stato autorizzato l’espianto di organi da parte della famiglia. Proprio mentre il neonato veniva sistemato nella culla dell’ospedale.


L’equipe di medici e infermieri che ha seguito la donna è stata guidata da Claudio Betto, direttore della neurorianimazione, Mario Meroni, direttore dell’ostetricia e ginecologia, Roberto Merati, responsabile dell’ostetricia, e Stefano Martinelli, direttore della neonatologia e terapia intensiva neonatale, dove ora il piccolo sarà seguito.
Vista la sua storia, in reparto c’è un occhio di riguardo per Matteo. Anche gli altri genitori, diventati neo mamme e neo papà nello stesso giorno in cui è nato lui, gli dedicano un pensiero e una preghiera.

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