Cultura e Spettacoli

Storia surreale (ma verissima) di animali troppo umani

Da una scrittrice indefinibile ci si aspetta una romanzo indefinibile. Com’è questo E se covano i lupi (Guanda, pagg. 218, euro 15) di Paola Mastrocola, a metà tra una fiaba e un racconto surreale dove i protagonisti sono animali con comportamenti talmente umani da ricordare da vicino la struttura delle favole classiche. Dal titolo qualcuno potrebbe ipotizzare una deriva «femminista», perché il lupo si incarica delle uova mentre la signora anatra svolazza in giro per il bosco. Niente di più sbagliato. Qui il lupo, intellettuale solitario e quindi assolutamente astratto, cova semplicemente per imparare a essere concreto e per scoprire la sua vera identità. Lo stesso fa l’anatrina, che nell’attesa vola qua e là imbattendosi di volta in volta in strani personaggi, i quali l’aiutano più a scoprire se stessa che il mondo circostante.
In E se covano i lupi, l’eco delle favole classiche è fortissima: prendete qualche manciata di Andersen (Il brutto anatroccolo), aggiungete un pizzico di Fedro (Il lupo e l’agnello) e frullate con un’abbondante dose di Esopo (La volpe e l’uva, La gallina dalle uova d’oro, La lepre e la tartaruga, La cicala e la formica). La Mastrocola affonda a piene mani nel bestiario tradizionale e le sue storie apparentemente strampalate si popolano di animali molto metropolitani. Lady Fox, volpe smorfiosa e ambiziosa che insegue il successo coltivando amicizie utili e frequentando i boschi più esclusivi. Un riccio in pensione, saggio e malinconico. Stuoli di gufi benpensanti, i cosiddetti Bengufanti. E poi ornitorinchi, scoiattoli, un treno pieno di tacchini manager, giacca, cravatta e telefonini che vendono e comprano e fanno business senza poter mai scendere, perché «il Treno dei Manager non fa fermate». Un capitolo particolare è riservato ai giornalisti, bersagli prediletti: il direttore del giornale di gossip (Vip and Viper’s Life) è un lucertolone centenario che ancora sbava dietro alle gonnelle, gli altri sono struzzi o gatte (morte) che hanno un secchiello sulla scrivania in modo da potervi ficcare la testa al momento opportuno...
Della storia non diremo niente di più, solo che alla fine le uova covate dal lupo si schiuderanno. I lettori di questa gradevole favola moderna potranno scoprire se dentro i gusci c’erano anatre o lupi.

E soprattutto il vecchio detto secondo cui chi si imbatte nella favola spesso si imbatte nella verità.

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