12 agosto 1944. Nei cieli del Norfolk, in Inghilterra orientale, un bombardiere Pb4Y-1 Privateer, la versione marittima del più noto B-24 Liberator, è in volo per una missione segreta. Ai comandi del quadrimotore della Marina degli Stati Uniti c’è il sottotenente pilota Joseph P. Kennedy Jr., primogenito dell’influente ex ambasciatore americano a Londra, Joseph Kennedy. Suo padre aveva grandi progetti per lui: farlo correre alla presidenza e farlo vincere con ogni mezzo necessario. Ma è scoppiata la guerra, e dal '42 Joseph è un pilota di marina impegnato in missioni anti-sommergibile con i bombardieri dell'Us Navy. Ha già condotto 25 missioni contro gli u-boat tedeschi e ora è in cerca d’azione. I sogni ambiziosi devono aspettare.
Il bombardiere, decollato intorno alle 18:00 dal campo d’aviazione di Ferfield, fa parte di una formazione mista che comprende B-17 Flying Fortress, Lockheed Pv-1 Ventura, P-38 Lightning di scorta e un Mosquito F-8 che seguirà la missione per tutta la sua durata. Il Liberator è stato riclassificato come Bq-8 e, testato una settimana prima dall'Air Force, è soprannominato "Weary Willy", ma per noi potrebbe essere più semplicemente denominato con un nome che abbiamo imparato a conoscere bene: drone.
Si trattava infatti di una nuova arma segreta, voluta dal generale Jimmy Doolittle, il temerario ideatore del primo bombardamento su Tokyo, che consiste in bombardieri privati dei loro armamenti e protezioni, carichi di esplosivo Torpex e dotati di radiocomandi. Una volta attivati, questi droni vengono pilotati a distanza verso obiettivi militari. Il progetto, chiamato Operazione Aphrodite per l'Air Force, doveva essere la risposta alle armi segrete di Hitler come le bombe volanti le V-1 e le V-2 che, decollando dalla remota Peenemünde, planavano fino alle coste del Regno Unito e terrorizzano Londra. Gli alleati, attraverso questi bombardieri ormai prossimi a essere ritirati dalle operazioni di prima linea, intendono colpire le fabbriche e i centri nevralgici nel cuore della Germania. Il carico del "drone" del giovane Kennedy è composto da 374 scatole di esplosivo ad alto potenziale, per un peso totale di oltre 20.000 libbre: il doppio del normale carico esplosivo di un bombardiere di quella classe.
Il suo compito è portarlo alla quota ottimale di volo, 2.000 piedi, per attivare i dispositivi, armare l'esplosivo, lanciarsi con il paracadute e lasciare che, attraverso il sistema di radiocomando Azon e una telecamera montata sul muso dell'apparecchio, il pilota remoto conduca il drone verso l'obiettivo prestabilito: le basi delle armi segrete di Hitler, con Mimoyecques come target della missione. Arrivato alla quota di 2.000 piedi, Kennedy livella l’aereo, attiva il sistema di radiocomando e arma l’esplosivo. Poco dopo, una palla di fuoco illumina il cielo del Suffolk, investendo il Mosquito che lo seguiva e facendo schiantare i due velivoli vicino alla cittadina di Blythburgh. Qualcosa è andato storto. Non ci sono superstiti. Joseph P. Kennedy è il primo dei fratelli Kennedy a morire di morte violenta.
Il telegramma classificato come top secret, inviato allo Stato Maggiore da Doolittle, riporta quanto segue: "Tentativo di attacco prima missione Aphrodite il 12 agosto, con il robot decollato da Fersfield alle 18:05. Il robot è esploso in volo a circa 2000 piedi, otto miglia a sud-est di Halesworth, alle 18:20. Wilford J. Willy e Joseph P. Kennedy, sottotenenti USNR, sono morti. Il comandante Smith, capo di questa unità, sta preparando un rapporto completo per le operazioni navali degli Stati Uniti. Un rapporto più dettagliato verrà inviato una volta completato l’interrogatorio".
I sogni di Joseph Kennedy Senior per il figlio prediletto sono infranti, ma devono passare a suo fratello minore Jack, che nel frattempo, nel Pacifico, comanda una piccola torpediniera. L’America perde un possibile, e probabile, "futuro presidente" o uomo di potere designato senza neanche saperlo, ma allo stesso tempo si prepara ad abbracciarne un altro.
Chissà se la Guerra Fredda e la storia intera avrebbero preso una piega diversa con Joseph alla Casa Bianca. E se la storia dei Kennedy, così scura e travagliata, sarebbe stata diversa. Chissà cosa sarebbe stato di John e di Bobby. Ma la Storia, non si fa né con i "se" né con i "ma", come ci insegnano.